Omicidio di Desirée Mariottini, la Cassazione non conferma le accuse: ci sarà un nuovo processo
La Suprema Corte di Cassazione non ha confermato le accuse dei giudici di secondo grado, per i quattro imputati a processo per la morte di Desirée Mariottini sono cadute alcune accuse e aggravanti. La sentenza è arrivata nella serata di oggi, venerdì 20 ottobre. I giudici della prima sezione hanno disposto un appello bis per Mamadou Gara. In Appello era stato condannato all'ergastolo per l'accusa di omicidio. Brian Minthe, condonnato a 24 anni e mezzo di carcere dovrà affrontare un nuovo processo per aver ceduto la sostanza stupefacente, mentre nei suoi confronti è caduta un'aggravante.
Anche per Alinno Chima condannato in Appello a 27 anni di carcere è caduta un'aggravante. Per Yussef Salia, che era stato condannato in secondo grado all'ergastolo è caduta l'accusa di violenza sessuale, mentre è stata confermata la sua responsabilità per altre accuse che gli sono state contestate.
"È un dispositivo complesso, e andranno lette le motivazioni relativamente ai giudizi di rinvio. Quello che ha sconvolto i familiari è la non conferma dell'accusa di violenza sessuale per uno degli imputati anche se resta la condanna all'ergastolo" ha commentato all'Adnkronos l'avvocato della zia di Desirée Claudia Sorrenti. "La mamma è sconvolta, anche se l'accusa di omicidio per tre imputati è stata confermata. È una sentenza che farà discutere".
Per gli imputati la richiesta era l'ergastolo
Oggi in occasione della sentenza della Suprema Corte di Cassazione il procuratore generale ha chiesto la conferma delle condanne per tutti e quattro gli imputati condannati in Appello per la morte della sedicenne di Cisterna di Latina. Le accuse nei loro confronti sono a vario titolo di omicidio, violenza sessuale e spaccio.
Desiréè Mariottini morta a San Lorenzo
Desirée Mariottini è morta dopo aver assunto un mix di droghe e il suo corpo è stato ritrovato privo di vita in uno stabile abbandonato in via dei Lucani a San Lorenzo il 19 ottobre del 2018.
Per l'accusa gli imputati hanno manifestato "una volontà cattiva nei confronti della vittima e legata al desiderio di mantenere il loro commercio di droga, Nessuno doveva sapere cosa succedeva in quella casa. Una chiamata al 112 sarebbe bastata a salvarla. Ma loro rimasero spettatori di una situazione che si aggravava e non permisero neanche agli altri presenti di intervenire per chiamare i soccorsi".