Omicidio di Acilia, la nuova pista: Paolo Corelli aveva litigato con un boss della zona
Paolo Corelli potrebbe essere stato ucciso a causa di una lite con un boss di quartiere. Come scrive Il Messaggero in un articolo pubblicato stamattina, infatti, il 47enne potrebbe aver preso in mano le redini degli affari del fratello, già ai domiciliari per spaccio. La vittima, uccisa con tre colpi di pistola intorno alle ore 6 di lunedì mattina davanti a casa sua mentre si stava recando nel supermercato in cui lavorava, fra i palazzi delle case popolari di via Alberto Galli, in zona San Giorgio, infatti, era conosciuta per il carattere che, secondo alcuni testimoni, sarebbe stato "litigioso e fumantino".
Le ipotesi: dalla vendetta trasversale allo spaccio
Dietro all'omicidio di Paolo Corelli potrebbe celarsi una discussione con un boss della zona che sarebbe avvenuta circa due settimane fa, davanti a numerosi testimoni. In queste ore i carabinieri del nucleo investigativo di Ostia, che nella giornata di ieri ancora erano presenti nella zona dell'omicidio, stanno analizzando il cellulare e il pc della vittima per ottenere qualche chiarimento sulla vicenda: nel frattempo, però, nessuna ipotesi è esclusa.
Da una parte, infatti, si aggiunge l'ipotesi che si possa trattare di una vendetta trasversale per colpire il fratello, da tempo agli arresti domiciliari per spaccio; dall'altra alcuni testimoni, invece, hanno accennato ad uno "strano via vai da casa sua", come se anche lo stesso Paolo avesse iniziato a spacciare, ma sono ancora in corso verifiche, anche sui dispositivi elettronici.
La testimonianza oculare dell'ex compagna
Come ha dichiarato anche in un'intervista rilasciata a Fanpage.it dal padre Aldo, sicuramente chi ha ucciso Paolo Corelli conosceva bene lui e le sue abitudini, tanto da sapere che alle 6 della mattina sarebbe uscito di casa per andare a lavoro e che fuori dal palazzo lo avrebbe aspettato all'interno dell'automobile l'ex compagna Daniela. La donna, oggi l'unica testimone oculare, ha raccontato agli inquirenti che quella mattina non ha sentito alcun rumore sospetto prima dei tre spari che hanno colpito e raggiunto la vittima: immediatamente dopo, però, ricorda di aver visto un uomo con un cappuccio nero in testa che fuggiva a piedi.