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Omicidio del professore Dario Angeletti: i sommozzatori cercano la pistola in mare

Claudio Cesaris, in attesa del processo che lo vede accusato dell’omicidio del professor Angeletti, resta in carcere. I sommozzatori cercano l’arma del delitto in mare.
A cura di Alessia Rabbai
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Continuano le ricerche dell'arma del delitto dell'omicidio di Dario Angeletti. I carabinieri di Viterbo diretti da Andrea Antonazzo con il Nucleo sommozzatori si sono immersi in acqua e cercano in mare la pistola che ha freddato il professore di Ecologia dell'Università Tuscia di Viterbo, trovato morto a cinquant'anni all'interno della sua Volvo in zona Saline a Tarquinia il 7 dicembre scorso. Arma che non è stata ancora ritrovata, il cui colpo lo ha raggiunto alla testa. I militari la crecano sotto costa, nel punto indicato agli inquirenti dal presunto killer. Della pistola l'autore del delitto se ne sarebbe difatto insieme al gilet che indossava poco dopo aver compiuto l'omicidio, probabilmente lanciandola in mare oppure tra la vegetazione.

Claudio Cesaris accusato dell'omicidio resta in carcere

Claudio Cesaris, che ha confessato l'omicidio di Angeletti, resta in carcere in attesa dell'inizio del processo che lo vede accusato di omicidio. Raggiunto poco dopo il rinvenimento del cadavere del professore nel suo appartamento preso in affitto a San Martino al Cimino, ha accusato un malore ed è stato ricoverato all'ospedale Belcolle di Viterbo, piantonato dai militari. Sessant'anni, funzionario tecnico in pensione all'Università di Pavia, si è trasferito dalla Lombardia nel Viterbese per raggiungere la sua ex compagna, una ricercatrice trentanovenne, della quale era ossessionato, nonostante il loro rapporto fosse da tempo giunto al capolinea. L'ipotesi è che Angeletti sia stato ucciso per motivi di gelosia perché era amico della donna e la stava aiutando.

L'omicidio del professor Angeletti

Il corpo senza vita del professor Angeletti è stato rinvenuto da un passante all'interno della sua automobile parcheggiata in un campo intorno all'ora di pranzo. Inzialmente si pensava che si trattasse di un suicidio, ma l'assenza dell'arma del delitto e l'esame sulla salma effettuato dal medico legale hanno fugato ogni dubbio, così la Procura della Repubblica di Civitavecchia ha aperto un fascicolo per omicidio. Ad incastrare Cesaris sono state le tracce degli pneumatici a terra e le immagini riprese dalle numerose telecamere di videosorveglianza presenti all'interno del parcheggio.

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