Claudio Cesaris è l’uomo fermato per l’omicidio del professore Dario Angeletti
È Claudio Cesaris l'uomo fermato per l'omicidio di Dario Angeletti, il professore trovato morto nella sua auto alle Saline di Tarquinia il 7 dicembre scorso. Settant'anni originario della Lombardia, è un funzionario tecnico in pensione dell'Università di Pavia. Sospettato da ieri per l'omcidio di Angeletti si trova all'ospedale Belcolle di Viterbo, dopo essere stato colto da un malore improvviso ed è piantonato giorno e notte dai carabinieri. Sulla vicenda la Procura di Civitavecchia ha aperto un fascicolo per omicidio. L'auto dell'uomo è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza presenti intorno alla zona del delitto: quando i militari sono andati a casa sua per ascoltarlo, l'uomo ha avuto un malore. Al momento il movente non è ancora chiaro: secondo chi indaga, sarebbe da ricercare nella sfera privata. Forse un dissidio per una donna, ma la vicenda sarà più chiara una volta che il sospettato sarà ascoltato.
L'omicidio di Dario Angeletti a Tarquinia
Dario Angeletti era conosciuto da tutta Tarquinia come un uomo mite e gentile, un grande studioso e un professore sempre disponibile con i suoi studenti. Per questo il suo omicidio ha sconvolto la cittadina e l'università di Viterbo dove lavorava come professore associato. Il corpo di Angeletti è stato trovato senza vita da un passante nel parcheggio sterrato delle Saline poco prima delle 14: quando gli operatori del 118 sono arrivati sul posto hanno tentato di rianimarlo, ma ormai non c'era più nulla da fare, era già morto quando i soccorsi sono giunti sul posto. E subito sono partite le indagini dei carabinieri: inizialmente si è pensato anche a un suicidio, ma dopo qualche ora, l'esame del medico legale e il non ritrovamento dell'arma che lo ha ferito alla testa, si è capito che Angeletti non si era tolto la vita, ma era stato ucciso.
Angeletti ucciso con un colpo alla testa: si cerca l'arma
L'arma del delitto non è stata ancora ritrovata. Angeletti è stato ucciso con un colpo alla testa, ma non è stato ancora stabilito se sia stato ucciso con una pistola o un oggetto appuntito. Da un primo esame sulla salma effettuato dal medico legale, infatti, sembra che la ferita non sia compatibile con quella provocata da un proiettile. Oggi si terrà l'autopsia sul corpo dell'uomo, che chiarirà i dubbi sulla causa della morte. Intanto proseguono le indagini dei carabinieri, coordinate dalla procura di Viterbo.