Omicidio Cerciello, udienza rinviata: Elder forse positivo al coronavirus
L'udienza del processo per l'omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega è stata rinviata. L'imputato Finnegan Lee Elder forse è positivo al coronavirus: è stato quindi messo in isolamento in carcere in attesa dei risultati del tampone. Il giovane sarebbe dovuto comparire in aula per assistere all'esame del co-imputato Gabriel Natale Hjorth, ma a causa della comparsa dei sintomi non è stato possibile. I due statunitensi si trovano in carcere dal luglio 2019 con l'accusa di aver ucciso il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. A commettere materialmente l'omicidio è stato Finnegan Lee Elder, mentre Hjorth ha avuto una colluttazione con il collega di Cerciello, Andrea Varriale. Entrambi sono stati arrestati poche ore dopo il delitto, mentre stavano facendo i bagagli per tornare negli Stati Uniti.
Le intercettazioni in carcere di Elder con la madre
In una conversazione di Finnegan Lee Elder con la madre intercettata nel carcere di Regina Coeli, il ventenne dice che i militari non si sarebbero identificati. Una tesi sostenuta sin dall'inizio da entrambi gli imputati e perno della difesa dei due giovani. "A notte fonda, senza mostrare un distintivo, senza fare nulla per qualificarsi come poliziotto, è il più stupido dei—[non udibile]" Nel corso dei colloqui il giovane americano aggiunge, dopo aver descritto la colluttazione avvenuta con Cerciello, in cui ammette di averlo accoltellato più volte: "dunque [non udibile: quindi c'è una…] i poliziotti che non avevano le manette—[distintivo] quindi hanno [fatto una cazzata?](…) tutto quello che so è che se quel poliziotto avesse fatto bene il suo lavoro questo non sarebbe mai successo'‘ si legge nell'intercettazione. Andrea Varriale, il collega di Cerciello in servizio quella notte con lui, ha invece sempre dichiarato che entrambi si sono identificati correttamente come appartenenti all'Arma.