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Omicidio Cerciello Rega, tutte le tappe di una vicenda giudiziaria lunga cinque anni

Ripercorriamo le diverse tappe della vicenda giudiziaria sulla morte del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, dall’arresto dei due americani Lee Finnegan Elder e Gabriel Natale-Hjorth fino all’appello bis.
A cura di Simona Berterame
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Estate 2019, mentre nelle vicinanze centinaia di giovani affollano le vie della movida, a pochi passi dalla Cassazione si consuma un brutale omicidio. La notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega viene ucciso con diverse coltellate. La caccia all'uomo (anzi agli uomini) dura molto poco. Il giorno seguente vengono arrestati due giovani americani in vacanza: Lee Finnegan Elder e Gabriel Natale-Hjorth. Sono i primi atti di quello che diventerà uno dei casi di cronaca nera più seguiti degli ultimi anni.

La vicenda

Mario Cerciello Rega era un carabiniere di 35 anni. Lavorava presso la stazione dei carabinieri a piazza Farnese ed era tornato da poco in servizio perché si era sposato ed era andato in viaggio di nozze. La vicenda parte da un altro quartiere, quello di Trastevere. Lì, secondo le ricostruzioni poi fatte dagli inquirenti ed entrate nel processo, avviene il furto di uno zaino. I due giovani americani portano via lo zaino di un uomo Sergio Brugiatelli (testimone chiave di questa storia) che si rivolge poi alle forze dell'ordine. Elder e Hjorth contattano Brugiatelli e gli propongono uno scambio: lo zaino in cambio di cocaina. All'appuntamento però si presenteranno due carabinieri, Mario Cerciello Rega e Andrea Varriale. Doveva essere un semplice cavallo di ritorno, come viene definita in gergo questa operazione, ma finisce nel peggiore dei modi. Una colluttazione e poi le coltellate, inferte da Elder a Cerciello Rega che morirà poi in ospedale.

Il processo

Il primo grado di giudizio si chiude il 5 maggio 2021 nell'aula bunker di Rebibbia, dopo una camera di consiglio-fiume durata oltre tredici ore. La pena per entrambi è l'ergastolo. Nel 2022 la Corte d'Assise di appello di Roma diminuisce le pene per i due americani. Niente più ergastolo ma  24 anni di carcere per Lee Elder Finnegan e 22 anni per Gabriele Natale Hjorth. A marzo 2023 la vicenda arriva in Cassazione. Gli ermellini però non mettono la parola fine a questa ma annullano la sentenza per Elder con rinvio sulle circostanze aggravanti e sulla sussistenza del reato di resistenza a pubblico ufficiale. Per Hjorth la Corte Suprema ha disposto l'annullamento con rinvio per quanto riguarda l'accusa di concorso in omicidio.

Il 3 luglio la corte di Assise di Appello di Roma ha emesso una nuova sentenza di condanna per Lee Elder Finnegan e Gabriele Natale Hjorth, rispettivamente a 15 anni e due mesi e a 11 anni e quattro mesi di carcere. Dunque per entrambi c'è stato uno sconto di pena. Sono uscite da poco le motivazioni della sentenza, che spiegano perché i giudici hanno riformulato le pene in questo modo. Secondo i magistrati, "non appare possibile, alla luce delle risultanze, aldilà di ogni ragionevole dubbio, riconoscere a Natale Hjorth il concorso nel reato di omicidio volontario neppure a titolo di dolo eventuale". Riguardo ad Elder, i giudici hanno fatto cadere l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale perché il ragazzo, secondo il parere della Cassazione, "non aveva la minima consapevolezza che Cerciello Rega e Varriale fossero appartenenti all'Arma dei Carabinieri". I due militari erano in abiti civili e non ci sarebbe, secondo i giudici,  una prova che l'operata ‘qualifica' fosse stata percepita e compresa da Elder.

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