Omicidio Cerciello, legale della vedova: “Elder e Natale violenti, lo hanno ammazzato per gioco”
"Elder e Natale sono scaltri e lucidi: dai momenti della trattativa per acquistare la droga a Trastevere a quando in Prati preparano un agguato, accovacciati tra le macchine. Questi due, per un loro gioco, hanno ammazzato Cerciello Rega. Lui invece non era né scaltro né furbo, ma era un carabiniere intelligente, con una famiglia umile e orgogliosa di avere fra loro un componente delle forze ordine, questa è la famiglia Cerciello, una famiglia italiana". A dichiararlo è Massimo Ferrandino, l'avvocato della vedova di Mario Cerciello Rega, Maria Rosa Esilio, nel suo intervento al processo d'appello per l'omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri. Il legale ha aggiunto che i due ventenni "hanno scelto la violenza come stile di vita, il loro destino era già scritto nelle foto trovate nei loro cellulari. Le foto trovare nel cellulare dei due ragazzi, che li mostravano mentre maneggiavano droga e armi, hanno fatto il giro del mondo. "In quelle immagini Natale appare con pistole e mitragliette, armi vere. Quanto a Elder, con un'adolescenza anche più turbolenta, lui aveva sul telefonino le foto in cui punta il coltello alla gola della fidanzata".
I due ragazzi sono stati arrestati il 26 luglio 2019, poche ore dopo l'omicidio di Mario Cerciello Rega. A sferrare le undici coltellate che hanno ucciso il vicebrigadiere dei carabinieri è stato Finnegan Lee Elder, per il quale la Procura di Roma ha chiesto la conferma dell'ergastolo. Per Gabriel Natale Hjorth, che ha invece avuto una colluttazione con il collega di Cerciello, Andrea Varriale, è stata chiesta una riduzione della pena a 24 anni di carcere. "Hjorth ha programmato tutto l'intervento, ma non è l'autore materiale. Per questo, chiedo la riforma della sentenza di primo grado con il riconoscimento delle attenuanti generiche", le parole del sostituto procuratore generale Vincenzo Saveriano. Fabio Alonzi e Francesco Petrelli, i legali di Natale, hanno contestato la sentenza di primo grado, ribandendo che non è stato il loro assistito a commettere il delitto.