Omicidio Cerciello, l’avvocato: “Vedova porterà per sempre su di sé le ferite di Mario”
"Mario e sua moglie erano legati da un amore viscerale, sottratto dalle mani insanguinate di Elder, ferite che lei porterà per sempre su di sé". Sono le parole di Massimo Ferrandino, l'avvocato di parte civile di Rosa Maria Esilio, vedova di Mario Cerciello Rega, il vicebrigadiere dei carabinieri ucciso a coltellate nella notte del 26 luglio 2019 a Roma. L'avvocato, parlando nel processo che vede imputati per omicidio i due ventenni americani Gabriel Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder, ha sottolineato come quello compiuto dai due giovani sia stato un "delitto spietato e crudele" e di come per questo non sia possibile accettare "la storiella dei due ragazzi indifesi impauriti dalla mafia italiana: non due ragazzi, ma due imputati di un gravissimo omicidio". E ha aggiunto, parlando del coltello dei marines con i quale Elder ha inferto undici fendenti mortali al militare, così in profondità da raggiungere la colonna vertebrale: "In Italia se non si viene con un intento criminale non si porta un’arma da guerra".
Chiesti un milione di euro di risarcimento per la famiglia di Cerciello
I legali di parte civile Franco Coppi, Ester Molinaro e Massimo Ferrandino che rappresentano il fratello, la sorella, la madre e la vedova di Mario Cerciello Rega hanno avanzato una richiesta di risarcimento danni, con una provvisionale di un milione di euro. Di 150mila euro, invece, la provvisionale richiesta dall'avvocato del collega Andrea Varriale, Roberto Borgogno, per il militare che è rimasto ferito nella notte in cui sono accaduti i drammatici fatti che hanno portato all'omicidio del carabiniere. Infine il difensore di parte civile di Sergio Brugiatelli, Andrea Volpini, ha chiesto una provvisionale pari a 50mila euro.
Per l'omicidio di Cerciello Rega la Procura chiede l'ergastolo
La Procura di Roma nel processo per l'omicidio di Mario Cerciello Rega ha chiesto la pena dell'ergastolo per Gabriel Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder. La richiesta del sostituto procuratore Maria Sabina Calabretta alla Corte d'Assise è arrivata dopo quattro ore di requisitoria. Per il magistrato la responsabilità dei due imputati è condivisa "perché ogni scelta quella sera fu fatta insieme". Un'aggressione e un attacco violento, così l'ha definito il magistrato, "micidiale, sproporzionato – ha detto – poco avrebbe potuto fare per difendersi anche se fosse stato armato, ma non lo era. La finalità di quell'azione era unicamente uccidere". Secondo il pubblico ministero "Cerciello non ha avuto il tempo di elaborare nessuna difesa attiva, non c'è segno di un attacco di Cerciello o di un tentativo di strangolamento. Il passaggio alle spalle di soppiatto dei due carabinieri non è ragionevole. E il collega Andrea Varriale non è potuto intervenire" in aiuto del collega durante l'aggressione "in quanto assorbito dalla colluttazione con Natale".