Omicidio Cerciello, la Cassazione: “Natale ed Elder non potevano sapere che fosse un carabiniere”
I giudici della Suprema Corte di Cassazione ritengono fondamentale in sede di giudizio il fatto che quando Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth hanno incontrato in via Pietro Cossa a Prati la notte del 26 luglio del 2019 Mario Cerciello Rega e il collega Andrea Varriale, non sapessero l'Italiano. I due ventenni americani quando è nata la colluttazione che ha portato all'omicidio del vicebrigadiere non avevano capito di trovarsi di fronte a due carabinieri "al di là di ogni ragionevole dubbio".
In secondo grado Natale ed Elder condannati a 22 e 24 anni
Gli ermellini hanno disposto un appello bis per i due imputati a processo per il delitto, Hjort è accusato e deve rispondere di concorso in omicidio ed Elder con le aggravanti e per la resistenza a pubblico ufficiale. I giudici hanno rilevato molteplici e gravi lacune e palesi incongruenze e contraddizioni nelle motivazioni della sentenza d'Appello. In secondo grado infatti Hjort è stato condannato a ventidue anni di reclusione ed Elder a ventiquattro.
Per la Cassazione non potevano sapere che fossero carabinieri
La Cassazione come riporta Il Messaggero ha evidenziato che la Corte d'Appello "è incorsa in un deprecabile e manifestamente illogico automatismo, facendo discendere, con un preteso nesso di derivazione logico-cronologica, dalle azioni pacificamente condotte da Hjorth al fine di rientrare in possesso degli 80 euro (oggetto della truffa trasteverina) e di ricevere una dose di cocaina dietro la restituzione dello zaino sottratto a Brugiatelli, la sua corresponsabilità non solo in relazione all'occasione dell'incontro con l'intermediario necessario per il perfezionamento dell'estorsione (il che è perfettamente giustificabile sul piano logico), ma anche in relazione all'evento-morte verificatosi in uno scenario tutt'affatto diverso da quello programmato (essendosi presentati all'incontro, in luogo di Brugiatelli, i due carabinieri Varriale e Cerciello)".
L'omicidio di Mario Cerciello Rega
La notte in cui Cerciello Rega è stato ucciso infatti è stato probabilmente tentato quello che in gergo viene chiamato ‘cavallo di ritorno', una pratica che consiste nella richiesta di pagamento di un riscatto, rivolta a chi ha subito un furto, per riavere indietro ciò che gli è stato rubato. All'appuntamento però si sono presentati i due militari ed è nata la colluttazione. Per la Cassazione i due ragazzi americani non conoscendo la lingua italiana non potevano sapere che si trovassero davanti a dei carabinieri. Il vicebrigadiere è morto dopo l'arrivo in ambulanza all'ospedale Santo Spirito, con undici ferite d'arma da taglio gravissime, ha perso molto sangue e i medici non hanno potuto fare nulla per salvargli la vita.