Omicidio Cerciello, due persone rinviate a giudizio per falsa testimonianza in primo grado
Due persone sono state rinviate a giudizio per aver reso falsa testimonianza nel corso del processo di primo grado dell'omicidio di Mario Cerciello Rega, il vicebrigadiere ucciso il 24 luglio del 2019 a Roma. Si tratta del presunto pusher Italo Pompei che avrebbe dovuto vendere la cocaina ai due giovani americani Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth e del senza fissa dimora Costanti Saracila: per i due il gup ha già disposto il processo, accogliendo così la richiesta del pm Giulia Guccione.
Per una terza persona, il parcheggiatore abusivo Ahmed Tamer, inoltre, il giudice ha dichiarato sentenza di non luogo a procedere perché, nel frattempo, è stato espulso dall'Italia e oggi risulta irreperibile.
La condanna a 22 e 24 anni per Elder e Natale
Nella giornata di oggi, giovedì 17 marzo, è arrivata anche la sentenza di secondo grado pronunciata oggi dai giudici della Corte d'Assise D'Appello nei confronti di Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth, accusati di omicidio volontario per la morte del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega.
Il vicebrigadiere era intervenuto a seguito di un cosiddetto cavallo di ritorno, un particolare furto con ricatto per un borsello rubato nel quartiere di Trastevere, in piazza Mastai. Il borsello apparteneva ad un presunto informatore che aveva dato della polvere bianca al posto della cocaina a due giovani americani. Loro gli hanno rubato il borsello dicendogli che lo avrebbero restituito solo in cambio di un grammo di cocaina e di cento euro. All'appuntamento per lo scambio, però, si sono presentati due carabinieri, il vicebrigadiere e il suo collega Andrea Varriale, è nata una colluttazione durante la quale Elder ha estratto dalla felpa un pugnale da marine e ha colpito Cerciello per 11 volte. La Corte oggi ha giudicato il suo un "gesto di estrema gravità".