Omicidio Cerciello, assolto in appello il carabiniere che ha bendato Natal Hjorth in caserma
Condannato a due mesi con l'accusa di misura di rigore non consentita dalla legge in primo grado, in appello è stato assolto Fabio Manganaro, il carabiniere che, una volta portati in caserma i due americani condannati per l'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso a Prati nel luglio del 2019, ha bendato Christian Natale Hjorth. A prendere questa decisione, la prima corte d'appello di Roma. Secondo i giudici "il fatto non costituisce reato". La foto che immortala il giovane era finita poi su un gruppo Whatsapp, in alcune chat fra colleghi.
Le "motivazioni da approfondire"
Una volta assolto, l'avvocato Roberto De Vita, difensore di Manganaro ha commentato la decisione del giudice invitando l'ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e l'ex comandante dei carabinieri, il generale Giovanni Nistri ad approfondire le motivazioni di quanto avvenuto.
"Sono loro che per primi ebbero a condannare, senza nemmeno approfondire e attendere gli esiti processuali, l'operato di un militare che in 25 anni di servizio ha onorato l'Arma – ha spiegato l'avvocato – Questa sentenza ristabilisce quella fiducia verso la giustizia che le conclusioni del pm in primo grado e con la sentenza del giudice monocratico si era smarrita", ha aggiunto ricordando la condanna in primo grado.
La condanna in primo grado
"Volevo soltanto che si calmasse", così si è sempre difeso Manganaro per giustificare la sua decisione di bendare Natale Hjorth. Il tribunale, in primo grado, più volte ha espresso la propria perplessità nel comprendere il collegamento fra bendaggio e ritorno alla calma. "Provava a divincolarsi, è rimasto bendato soltanto una decina di minuti", ha sempre spiegato, invece, Manganaro.