Omicidio bambino Vetralla, il maresciallo antiabusi: “Ho parlato con la mamma lunedì, era tranquilla”
“Le sono stata accanto appena siamo arrivati, ho provato a stargli più vicino possibile”, a parlare è il maresciallo dei carabinieri della Stazione di Vetralla Stefania Pandolfi, che quotidianamente si dedica al sostegno della vittime di violenza domestica. Il carabiniere e la donna non era la prima volta che si vedevano. Era stata proprio lei a seguire la mamma di Matias, dopo il divieto di avvicinamento scattato a seguito delle indagini arrivate dopo una segnalazione per violenza domestica. "Non era sola, monitoravamo la situazione costantemente. Ci siamo sentite lunedì, era tranquilla e non mi ha segnalato nulla che poteva allarmarci", spiega Pandolfi il giorno dopo l'omicidio del bambino di dieci anni per il quale è in stato di arresto il papà, Mirko Tonkov, 44enne di origine polacca.
“In caso di una segnalazione di violenza domestica raccogliamo tutte le informazioni possibili dopo di che le mettiamo al vaglio dell’autorità giudiziaria, ma non finisce lì il nostro lavoro tentiamo di stare vicino alle vittime sempre, le contattiamo periodicamente, tentiamo di inserirle in una rete per tutelarle…", un lavoro, una presenza da parte delle forze dell'ordine assieme ai servizi sociali che purtroppo questa volta non è servito.
L'uomo non poteva avvicinarsi alla famiglia dal 10 settembre
Il colonnello Andrea Antonazzo aggiunge poi alcuni elementi sull'indagine che aveva portato al divieto di avvicinamento: le verifiche svolte dai carabinieri della Stazione di Vetralla, riguardavano "maltrattamenti ai danni del figlio e della coniuge", fatti "verificatisi anche all'interno del contesto amicale e familiare". A denunciare il marito non sarebbe stata dunque la donna, ma sarebbe stata chiamata in un secondo momento per "verificare insieme i fatti". La misura è stata proposta alla Procura e poi applicata dallo scorso 10 settembre.
Le indagini sull'omicidio di Matias
Si delinea intanto in maniera più chiara la dinamica di quanto avvenuto. Il bambino è stato preso da scuola da un parente attorno alle 13.30 e poi lasciato nell'abitazione domestica in attesa dell'arrivo della mamma dal lavoro. Proprio in quel lasso di tempo è arrivato il padre uccidendolo. Quando la donna è arrivata ha trovato il marito incosciente in terra e il figlio in terra, ucciso con una coltellata alla gola proprio lì dove un bambino dovrebbe essere più al sicuro, tra le mura di casa con il suo genitore.