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Oltre 30 pazienti affetti da tumore contraggono l’epatite C mentre fanno la chemio in ospedale

Cinque pazienti hanno presentato denuncia, ma le persone contagiate dal virus dell’epatite C sarebbero molte di più.
A cura di Enrico Tata
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Alcuni pazienti affetti da tumore avrebbero contratto il virus dell'epatite C durante una seduta di chemioterapia effettuata presso il day hospital della Asl di Tivoli. Sono stati cinque i cittadini che hanno sporto denuncia ma, stando a quanto riporta Carlo Picozza sul quotidiano La Repubblica, sarebbero circa 30 le persone contagiate.

Il primo caso è stato riscontrato a febbraio del 2022 e in estate sono stati registrati altri contagi. Il direttore generale della Asl Roma 5, Giorgio Giulio Santocito ha preferito non commentare: "Sono in corso accertamenti giudiziari che, per correttezza, mi impongono la massima riservatezza", si legge sempre su La Repubblica.

I pazienti, secondo quanto ricostruito, erano in cura presso il reparto di Day Hospital oncologico dell'ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli. I cinque che hanno sporto denuncia hanno un età compresa tra i 40 e i 55 anni.

A stabilire se esiste un nesso causale tra le procedure ospedaliere e il contagio da epatite sarà il tribunale di Tivoli, al quale i pazienti si sono rivolti con l'assistenza dell'avvocato Claudia Ciavarella dello studio legale Messa e Associati di Guidonia.

"Non nascondo che durante la prima sessione a Studio, quando ho appreso che tra loro neppure si conoscevano, sono rimasta anch’io sorpresa. Ciò che ho trovato tuttavia intollerabile è il contegno della Asl Roma 5 dopo il ricevimento della missiva di richiesta danni. Nel caso di specie ci sono gli estremi per conseguire anche un indennizzo ex articolo 1 Legge 210 del 1992, la cosiddetta Legge emanata per i danneggiati in modo irreversibile da vaccinazioni, trasfusioni e somministrazione di emoderivati. Per questo la missiva è stata inviata al Ministero della Salute ed alla Regione Lazio ma non si sono avuti fattivi riscontri. Vedremo cosa ne penserà il Tribunale di Tivoli", ha spiegato l'avvocato Ciavarella al quotidiano locale Il Tiburno.

Al Messaggero la legale ha aggiunto: "Tutti i pazienti, come da protocollo, si sono sottoposti alle analisi ematochimiche di routine in vista dell’avvio della chemioterapia. Ogni esame Hiv o relativo all’antigene dell’epatite è risultato negativo. Il contagio è emerso quando, a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro, sono stati sottoposti ad un controllo fatto fare loro sul presupposto che la Regione Lazio avesse richiesto uno screening".

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