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La produzione dell’olio extravergine d’oliva è in calo: “Colpa di siccità e bombe d’acqua”

Allarme degli agricoltori del Reatino per un calo registrato nella producione di olio extravergine d’oliva a causa dei cambiamenti climatici, per la siccità e le bombe d’acqua. Si teme che oltre alla quantità ne venga compromessa la qualità.
A cura di Redazione Roma
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Gli agricoltori sono preoccupati, perché il cambiamento climatico sta causando un forte calo nella produzione di olio extravergine d'oliva italiano e al tempo stesso temono che ne venga compromessa anche la qualità. Fanpage.it è andata a Palombara Sabina, località del Reatino molto nota per la produzione di questa preziosa materia prima, per capire come il clima abbia impattato sulla corretta crescita delle olive e sul raccolto.

"Diminuzione di pioggia si percepisce nell'olio"

"Il settore dell'agricoltura è quello che risente maggiormente del cambiamento climatico – spiega Sabina Petrucci, Coldiretti consiglio Ue giovani agricoltori – il problema è che è diventato repentino e imprevedibile. Per quanto un agricoltore sia da sempre abituato a fronteggiare questi cambiamenti, ora è impossibile perché non si può fare una previsione nemmeno sulla produzione. Le bombe d'acqua ad esempio prima avvenivano solo in inverno, mentre invece ora si verificano tutto l'anno. Anche la siccità non era un fenomeno prima registrato come lo è fortemente adesso. La produzione diminuisce e in alcune zone che ha piovuto meno lo si percepisce anche nell'olio, perché può presentare dei difetti".

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"Cambiamento climatico compromette crescita di olive e raccolta"

Francesco Bosio direttore Op Latinum, entra nel merito al fenomeno del calo della produzione di olio extravergine d'oliva a causa dei cambiamenti climatici e spiega quali conseguenze ha comportato: "Nel mese di aprile ci sono state punte di meno cinque nella parte Nord della Regione intorno a meno 10 e in quel momento quando la pianta si stava preparando a far nascere i frutti ha compromesso fortemente l'allegaggione e dunque la quantità di prodotto. Il primo effetto – continua – è stato sicuramente un forte rallentamento della campagna legato alle precipitazioni che in tutto il mese di novembre si sono succedute e hanno rallentato le operazioni di raccolta. Le aziende nei giorni in cui non ha piovuto sono tornate in fretta a raccogliere, le giornate con l'arrivo dell'inverno si accorciano ed è una lotta contro il tempo per portare a casa il prodotto.

Di Alessia Rabbai e Simona Berterame

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