“Oggi a me domani a te”: in via Giulia a Roma c’è una chiesa dedicata al culto della morte
La chiesa di Santa Maria dell'Orazione e Morte si trova in via Giulia, nel Rione Regola a Roma. È un luogo di culto cattolico opera di Ferdinando Fuga molto particolare e macabro, un monumento dedicato appunto alla morte. La facciata esterna ha decorazioni con teschi ed allori e due targhe: su una alla desta del visitatore che arriva c'è uno scheletro alato con la scritta in Latino che recita Hodie mihi, cras tibi ossia "Oggi a me, domani a te", un chiaro riferimento al memento mori. Una seconda targa raffigura invece la morte seduta, che osserva un uomo mentre esala l'ultimo respiro, tenendo in mano una clessidra alata. All'interno c'è una cripta con l'antico cimitero dell'Arciconfraternita. La chiesa di Santa Maria dell'Orazione e Morte non è visitabile, perché è chiusa per lavori. Vicino ci sono Piazza Farnese e Palazzo Falconieri.
La storia della chiesa di Santa Maria dell'Orazione e Morte
La chiesa di Santa Maria dell'Orazione e Morte è stata edificata nel XVI secolo dalla Compagnia dell’Orazione e della Morte e su un antico cimitero dedicato alla sepoltura cristiana delle salme di persone sconosciute ritrovate nel Tevere o nelle campagne. Nella prima metà del Settecento è stata poi ricostruita su progetto dell’architetto Ferdinando Fuga. La facciata settecentesca è adornata di festoni, mezze colonne, teschi e altri simboli macabri. L'interno della chiesa è morto suggestivo: la cupola è ovale, tra le decorazioni presenti ci sono gli affreschi di Giovanni Lanfranco con le figure di eremiti, tra i quali Sant'Antonio Abate, San Paolo di Tebe e San Simeone Stilita e la magnifica pala seicentesca dell’altare maggiore con Gesù sulla croce realizzata da Ciro Ferri.
Un monumento al culto della morte
Le raffigurazioni della morte richiamano il motto "ricordati che devi morire" che i frati trappisti secienteschi ripetevano a se stessi mentre ogni giorno preparavano parte della loro tomba, per non dimenticare il singnificato della vita e prima ancora l'usanza dell'antica Roma di sussurrare "ricordati che sei un uomo" ai generali che entravano in città con trionfo dopo una vittoria bellica, per non evitare che venissero sopraffatti dalla superbia.
La cripta con l'antico cimitero dell'Arciconfraternita
All'interno della chiesa di Santa Maria dell'Orazione e Morte c'è una cripta, dove si trova quanto resta dell’antico cimitero dell’Arciconfraternita. In questo luogo fino all'Ottocento venivano portati i corpi senza identità e ne ha accolti più di 8mila. La Confraternita dell'Orazione e Morte aveva proprio questo compito, ossia quello di dare una sepoltura alle salme di identità sconosciuta, che non avevano ricevuto le esequie. La costruzione dei muraglioni del Tevere lo ha in gran parte distrutto. Oggi si vedono ancora ossa e scheletri, che formano croci, sculture e lampadari, numerosi teschi, alcuni dei quali hanno sulla fronte l’anno, la causa di morte e il luogo in cui sono stati ritrovati.