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L'Inchiesta sullo stadio della Roma

Odissea Stadio della Roma, non si farà a Tor di Valle: quei terreni sono pignorati

La lettera del Comune di Roma è stata pubblicata in esclusiva da la Repubblica. I terreni di Tor di Valle su cui dovrebbe sorgere lo Stadio della Roma non sarebbero disponibili perché pignorati. E così i Friedkin potrebbero virare o sul Flaminio o su Tor Vergata nonostante Virginia Raggi solo due giorni fa abbia annunciato un ‘regalo per i tifosi’.
A cura di Natascia Grbic
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Una storia infinita quella dello Stadio della Roma a Tor di Valle, che dopo otto anni di pause, riflessioni, tentennamenti, blocchi e difficoltà rischia di giungere irrimediabilmente al capolinea. Nonostante la sindaca di Roma Virginia Raggi abbia annunciato due giorni fa un regalo di Natale per i tifosi, l'ipotesi che lo stadio venga effettivamente costruito a Tor di Valle diventa sempre più remota. E non solo perché per i Friedkin questa ipotesi potrebbe essere economicamente poco conveniente, ma perché i terreni su cui si vorrebbe costruire lo Stadio della Roma sono in realtà pignorati. A dare la notizia è la Repubblica con la pubblicazione di una lettera esclusiva del Comune di Roma datata 13 ottobre dove si legge che "il complesso immobiliare non è nella libera disponibilità dell'attuale proprietaria Eurnova Spa".

Stadio della Roma, ipotesi Tor Vergata o Flaminio

La società di Luca Parnasi, arrestato per corruzione proprio nell'ambito dell‘inchiesta sullo Stadio della Roma, è piena di debiti. E l'ippodromo che sorge sui terreni (quello di Febbre da Cavallo) potrebbe concretamente finire all'asta. Se le ipoteche da 42 milioni di euro non vengono sanate, i terreni non possono essere ceduti. E lo Stadio non può essere fatto. Sempre secondo quanto riporta la Repubblica, i Friedkin non sarebbero convinti di fare lo stadio a Tor Di Valle, un posto difficilmente raggiungibile e con 55mila posti. Senza contare le sette palazzine di uffici che farebbero parte del progetto: se al momento della firma (otto anni fa) queste avevano un senso, adesso ai tempi del coronavirus e dello smart working rischiano di essere un monolite inutilizzabile. E non è detto che Dan Friedkin non decida di virare su Tor Vergata o sul Flaminio. Proprio quest'ultimo sarebbe in una posizione molto più accessibile rispetto alla mal collegata Tor di Valle, che rischia di essere un cattivo investimento.

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