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Occupazione CasaPound, chieste undici condanne: tra gli imputati anche Iannone e Di Stefano

I pubblici ministeri hanno chiesto condanne a due anni di carcere e 1.500 euro di multa per undici esponenti di CasaPound, impiutati nel processo per l’occupazione.
A cura di Natascia Grbic
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I pubblici ministeri di Roma hanno chiesto condanne a due anni di reclusione e 1.500 euro di multa ciascuno per undici esponenti di CasaPound nel processo per l'occupazione del palazzo in via Napoleone III, all'Esquilino. Tra gli imputati Gianluca Iannone, Simone Di Stefano (uscito dal movimento) e suo fratello Davide, tutti accusati di occupazione abusiva aggravata. Alcuni tra gli imputati hanno chiesto la messa alla prova.

L'Agenzia del Demanio si è costituita parte civile. "Si tratta di un'occupazione di un immobile di proprietà del Demanioe assegnato al ministero dell'Istruzione e ricerca che va avanti dal 2003 e che ha il suo fulcro in un movimento politico – ha dichiarato il pubblico ministero Eugenio Albamonte – un'occupazione che non ha le caratteristiche delle finalità abitative e che ha causato fino al 2019 un danno significativo all'Erario, stimato in oltre 4,5 milioni di euro, oggetto anche di un provvedimento sequestro preventivo non eseguito per ragione di ordine pubblico".

Lo stabile di via Napoleone III è stato occupato dal movimento di estrema destra nel 2003. Sotto accusa sono finiti anche il Ministero dell'Istruzione e dell'Agenzia del Demanio, accusati di non aver fatto nulla per riavere l'edificio. A marzo 2020, il procuratore generale della Corte dei Conti del Lazio, Andrea Lupi, dichiarò che "la tolleranza e l'inerzia dimostrata dalle amministrazioni e dai suoi dirigenti nella gestione – del tutto carente ed omissiva – della vicenda immobiliare dello stabile appaiono del tutto ingiustificate e in contrasto con l'ordinamento".

Lo sgombero di CasaPound è stato uno dei cavalli di battaglia dell'ex sindaca Virginia Raggi, che a più riprese chiese di liberare lo stabile. Sottoposto a sequestro, non è mai stato sgomberato.

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