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Nuovo Dpcm, Virginia Raggi protesta: “Sindaci dovranno disporre restrizioni? Mancano strumenti”

Virginia Raggi è la prima a protestare contro quello che è stato definito lo scaricabarile del governo sui sindaci sulla disposizione delle chiusure anti Covid. Il premier Giuseppe Conte ha appena finito di parlare quando la sindaca di Roma twitta: “I sindaci dovranno disporre chiusure e restrizioni Covid? Mancano dati, informazioni, forze ordine e strumenti adeguati alla richiesta.. Attendiamo di leggere Dpcm”.
A cura di Valerio Renzi
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La levata di scudi da parte dei sindaci italiani ha portato allo stralcio del riferimento ai sindaci nel testo definitivo del Dpcm per la chiusura localizzata di piazze e strade per evitare assembramenti. Così si presenta questa mattina il passaggio oggetto dello scontro: "Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private".

Il nuovo Dpcm presentato ieri sera in conferenza stampa dal premier Giuseppe Conte ha scatenato le proteste dei sindaci di ogni schieramento, che si sono sentiti oggetto di uno scaricabarile per alcune delle decisioni più difficili e impopolari da prendere in caso di aumento in caso di ulteriori aumenti dei contagi. In prima fila la sindaca Virginia Raggi che mentre la conferenza stampa è ancora in corsa twitta: "I sindaci dovranno disporre chiusure e restrizioni Covid? Mancano dati, informazioni, forze ordine e strumenti adeguati alla richiesta.. Attendiamo di leggere Dpcm".

Durissimo il sindaco di Bari Antonio Decaro, presidente dell'Anci: "Il governo, senza nemmeno affrontare il tema nelle numerose riunioni di queste ore, inserisce in un Dpcm una norma che sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco agli occhi dell'opinione pubblica. Questo non lo accettiamo. Ci saranno le forze dell'ordine a controllare le aree pubbliche in cui sarà vietato l'ingresso e a riconoscere residenti e avventori dei locali? I cittadini non si sposteranno da una piazza a un'altra?"

"Nei momenti difficili le istituzioni si assumono le responsabilità non le scaricano su altre istituzioni con cui lealmente dovrebbero collaborare. I sindaci sono abituati ad assumersi le loro responsabilità. Vorremmo che tutte le istituzioni facessero lo stesso", conclude il portavoce dell'Associazione dei comuni italiani.

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