Nessuna prova inchioda il killer di Thomas Bricca: nulla di fatto dalle analisi sui telefoni
Dalle analisi degli smartphone non è emersa alcuna prova della colpevolezza di Mattia Toson, indagato per l'omicidio di Thomas Bricca ad Alatri. Stando a quanto riporta Aldo Simoni sul Corriere della Sera, sono terminate le indagini sui telefoni, ma i risultati sono tutt'altro che decisivi. Gli investigatori speravano che la geolocalizzazione aiutasse a determinare gli spostamenti del presunto killer prima e dopo l'omicidio. Ma lo smartphone di Toson risulta spento nell'ora del delitto, tra le 20 e le 21, e quello del padre Roberto, indagato anche lui, è inutilizzabile.
Neanche dall'analisi dei messaggi è arrivata una svolta: non c'è nessuno scambio con la fidanzata o con gli amici che possa suggerire la presenza di Mattia Toson sul luogo del delitto. Soltanto semplici messaggi tra ragazzi che si frequentano. Insomma, le indagini del Racis, Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche, sono state un buco nell'acqua. Non c'è nulla di concreto che possa confermare o smentire l'alibi del ragazzo.
Questa è stata fin dall'inizio la versione di Mattia, che continua a negare di essere il killer che ha ucciso Thomas Bricca sparando un colpo di pistola a bordo di una motocicletta: "Tra le 20 e le 21 del 30 Gennaio scorso sono passato a prendere la mia fidanzata a casa e siamo andati a cena in un agriturismo di Veroli per una festa di compleanno". A quella festa i due sono arrivati con 40 minuti di ritardo, circostanza che rende compatibile l'omicidio. Ma dalle analisi dei cellulari, come detto, niente ha confermato questa ipotesi.
"Gli investigatori per l’esame dei cellulari, si sono affidati al Racis che rappresenta l’eccellenza nel campo degli accertamenti tecnici e, in particolare, per la geolocalizzazione. A questo punto, ogni altra considerazione mi sembra superflua", ha dichiarato l'avvocato dei Toson, Angelo Testa.