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Noemi Carrozza morta a 21 anni sulla Colombo, chiesta l’archiviazione: “Il guardrail non è obbligatorio”

Anche l’inchiesta bis sul caso della campionessa di nuoto Noemi Carrozza, morta a 21 in moto sulla Colombo, si avvia all’archiviazione.
A cura di Beatrice Tominic
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Un guard-rail avrebbe potuto salvare la vita a Noemi Carrozza. Ma la sua presenza non era obbligatoria: per questa ragione, e per la conseguente impossibilità di rintracciare un responsabile per quanto accaduto, il pm è tornato a chiedere l'archiviazione del caso sulla morte della ragazza, morta ad appena 21 anni lungo la via Cristoforo Colombo il 15 giugno del 2018. La ragazza, campionessa di nuoto sincronizzato, si trovava in sella alla moto quando ha perso il controllo del mezzo ed è finita contro un leccio lungo l'arteria di Roma Sud. Le ragioni che hanno provocato il sinistro non sono mai state chiarite: la ragazza in moto stava rispettando i limiti di velocità.

La presenza del guard-rail

Così il pm ha chiesto, dopo averlo già fatto nel 2019, l'archiviazione del caso. Secondo quanto riportato dalla consulenza della Procura, "l'eventuale installazione di una barriera in via Cristoforo Colombo avrebbe avuto una rilevanza sul criterio probabilistico riducendo il potenziale lesivo". In parole povere, con un guard-rail forse Carrozza si sarebbe potuta salvare. Eppure l'installazione del dispositivo di sicurezza in quel tratto di strada non è mai stato obbligatorio. La decisione di installarlo, sarebbe stata opzionale: nessun dirigente del Simu, come riporta il Corriere della Sera, ha mai ricevuto l'obbligo di installarlo. Di conseguenza, nessuno di loro può essere ritenuto responsabile. Così rischia di chiudersi nuovamente con l'archiviazione del caso anche l'inchiesta bis, aperta nel 2021.

La famiglia si oppone

Come già avvenuto nel primo caso, anche stavolta la famiglia della campionessa di nuoto si è opposta. Sebbene non esistesse l'obbligo, la presenza del dispositivo di sicurezza era da considerarsi "auspicabile". La ventunenne stava procedendo in sella ad un motorino 125, a 42 chilometri orari, entro i limiti consentiti, non aveva fatto uso di alcol o sostanze stupefacenti.

"Il guard-rail l'avrebbe potuta salvare, ma aumenta il rischio che si verifichino amputazioni". Tesi non sostenuta dal consulente della famiglia Carrozza, secondo il quale esisterebbero barriere salva-motociclisti già in altre zone della Colombo. Secondo il consulente del pm, invece, si tratterebbe di nastri di protezione che, comunque, non salverebbero dagli alberi, impossibili da rimuovere.

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