Nettuno, questionario chiede a famiglie con disabili quanta vergogna provano: “Comune ha sbagliato”
Le famiglie con una persona disabile a carico che vivono nel comune di Nettuno dovranno rispondere ad un questionario inviato dall'area servizi sociali inviato per aggiornare la documentazione sulle istanze di contributo per la disabilità gravissima. Nelle domande per i familiari caregiver, fra le varie domande, il comune ha chiesto espressamente di quantificare la vergogna che provano nei confronti del proprio familiare, fratello o sorella ma ancora più spesso figlio o figlia, con disabilità. "Da zero a quattro, quanto ti vergogni del tuo familiare? Quanto risentimento provi nei suoi confronti? Quanto non ti senti a tuo agio quando hai amici a casa?": sono queste alcune delle domande presenti nel questionario secondo quanto riportato da un articolo la Repubblica. Per la rispondere alle domande del test, basta una crocetta "che più si avvicina alla sua condizione o alla sua personale impressione", viene specificato.
Per le famiglie disabili la parola vergogna non esiste
Abbiamo chiesto delucidazioni a riguardo a Marco Laurini, presidente dell'associazione Nati 2 Volte, che da decenni si occupa di salvaguardare i diritti dei disabili. L'associazione è formata da famiglie di Anzio e Nettuno, 35 delle quali regolarmemente iscritte, che si trovano ogni giorno ad affrontare la vita quotidiano al fianco di una persona con disabilità.
"Non sapevo niente del questionario: ma comunque nel nostro lessico, nel nostro vocabolario di genitori con figli disabili non esiste la parola vergogna. Proviamo soltanto amore e disperazione, perché siamo lasciati a noi stessi – ha detto a Fanpage.it il presidente di Nati 2 Volte che, oltre ad essere rappresentante legale dell'associazione é anche genitore di un ragazzo disabile grave – Invece di occuparsi della nostra situazione, adesso fanno questionari."
Le famiglie dimenticate
Laurini ha poi continuato descrivendo la vita di famiglie come la sua nella città di Nettuno: "Sono sei mesi che stiamo aspettando che qualcuno si occupi di noi. L'immobile che eravamo riusciti a prendere e che avrebbe dovuto essere la casa famiglia, garanzia di un futuro per i nostri figli, è stata derubato e non è più agibile (lo scorso febbraio alcuni vandali hanno fatto irruzione distruggendo la casa famiglia pronta ad accogliere i ragazzi e le ragazze disabili, ndr) Questa casa era il sogno di noi genitori: volevamo lasciare ai nostri figli qualcosa e avere la certezza che qualcuno si occupasse di loro dopo di noi – poi continua – Non abbiamo più risposte dal comune, poi c'è stata la crisi nella giunta, si è dimesso anche il sindaco e adesso il comune è pure commissariato."
Ancora una volta, i genitori di ragazzi e ragazze disabili non hanno alcun aiuto dalle istituzioni: "Noi siamo ancora una volta così, abbandonati a noi stessi, come sempre, da vent'anni. È tutto fermo ancora una volta, tutto dimenticato. Prima avevamo già poca attenzione, adesso ne abbiamo ancora meno: non ci sono più neanche riferimenti politici."
La situazione nei prossimi mesi
La situazione, critica da sempre, si è inasprita negli ultimi tempi: "Nei prossimi mesi andremo avanti come sempre, con le nostre forze – ha spiegato Laurini – I nostri figli sono dentro le nostre case e ce ne occupiamo noi. A testimonianza che la disabilità è un problema che riguarda soltanto chi lo vive e non chi si riempie la bocca di quella parola, come sempre, soprattutto in queste periferie."
I fondi che riescono ad ottenere arrivano grazie alle attività dell'associazione Nati 2 Volte: "Noi siamo genitori, siamo estremamente trasparenti: partecipiamo a qualche bando regionale, poi ci sono piccoli contributi che ci arrivano per andare avanti nelle attività, per il resto siamo da soli. Non abbiamo nessun aiuto, se non quello del 5x 1000, qualche beneficienza privata e il buon cuore delle persone che per fortuna ci conoscono."
La replica del comune di Nettuno
Nel frattempo, il comune di Nettuno ha comunicato in una nota di aver immediatamente sospeso la somministrazione del questionario a seguito di un approfondimento da parte del Dipartimento competente della Regione Lazio.