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Neonato morto in culla, Bambino Gesù: “Sids è inspiegabile, ma ci sono modi per diminuire i rischi”

La morte in culla è un evento inspiegabile che colpisce un infante su 2mila nati. Abbiamo intervistato il professor Guido Castelli Gattinara dell’ospedale Bambino Gesù per capire se esistono fattori di rischio e quali possono essere le precauzioni da mettere in campo per evitarla.
Intervista a Guido Castelli Gattinara
Pediatra dell'Istituto per la salute del bambino e dell'adolescente dell'Ospedale Bambino Gesù
A cura di Natascia Grbic
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Un neonato è morto negli ultimi giorni ad Artena: i genitori lo avevano messo a dormire nel suo lettino quando si sono accorti che non stava bene. I tentativi di rianimazione da parte del personale sanitario, nonostante l'intervento tempestivo, sono stati vani. Il sospetto è che si tratti di Sids, la morte in culla, un evento improvviso e inspiegabile che colpisce lattanti perfettamente sani nel primo anno di vita.

Abbiamo intervistato in merito il professor Guido Castelli Gattinara dell'Istituto per la salute del bambino e dell'adolescente dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, che ha spiegato cos'è la morte in culla, quali sono i maggiori fattori di rischio e le precauzioni da mettere in campo per provare a evitarla.

Professore, ci può spiegare cos'è la Sids?

La Sids è la Sudden Infant Death Syndrome, ossia la morte improvvisa del lattante. È una malattia grave che comporta la perdita di bambini molto piccoli nel primo anno di vita, in particolare tra i due e i quattro mesi di età. È una malattia che non ha delle motivazioni. Ci sono varie possibilità di morte improvvisa nei bambini, dovute a malformazioni cardiache o cerebrali. Ma la particolarità della morte in culla è che non ha nessuna causa determinabile, nemmeno attraverso l'autopsia. Non è un evento così eccezionale, perché purtroppo colpisce un bambino ogni 2mila nati. Questi sono dati italiani, quindi si capisce che è un numero abbastanza importante.

Esistono dei fattori di rischio per il neonato?

Si. Dormire a pancia sotto, nel letto con i genitori o su materassi morbidi. Anche l'età molto giovane della madre comporta un rischio maggiore, così come l'aver fumato in gravidanza, vivere in una casa con persone fumatrici o in un ambiente molto inquinato. Non si sa bene perché, ma è stato appurato che si tratta di fattori che aumentano il rischio, ed è quindi importante sapere quali sono le cose che si possono fare per prevenire la Sids.

Ci sono dei modi per evitare la morte in culla o ridurre i fattori di rischio?

Sicuramente evitare di fumare in gravidanza e allattare i bambini al seno. Far dormire il neonato nella stanza dei genitori accanto a loro ma nel suo lettino, e usare un materasso rigido, non troppo morbido. Non deve esserci il cuscino nel letto, né molte coperte, e l'ambiente non deve essere troppo caldo visto che il calore eccessivo aumenta il rischio di morte improvvisa.

Esistono dei tempi di intervento in caso di Sids, è possibile accorgersi che sta per accadere un evento del genere e intervenire per evitare la morte del neonato?

Ci sono delle Near Sids, delle situazioni in cui il bambino smette di respirare. Non sappiamo perché: magari sta dormendo a pancia sotto, non riesce a muovere bene la testa e un po' si soffoca, aumentando l'anidride carbonica del sangue. Alcuni bambini possono avere una minore sensibilità all'anossia, ossia all'aumento di anidride carbonica nel sangue, e quindi non risvegliarsi e non muoversi. Questa può essere una spiegazione. Ci sono situazioni in cui i genitori si accorgono per caso che il bambino ha un colorito cianotico, lo prendono in braccio e lo scuotono, lo stimolano fisicamente e il bambino riprende a respirare. Quando il bambino si avvicina alla Sids e alla morte, vengono fatti numerosi accertamenti ed eventualmente si mette un monitoraggio che dà l'allarme quando la saturazione dell'ossigeno cala. In questo modo i genitori si accorgono che non respira e possono intervenire.

Non esiste però un modo per accorgersi che il neonato sta per essere colto da Sids.

No, Questa morte in culla caratterizza bimbi perfettamente sani, che magari sono stati poco prima dal pediatra, ed era tutto nella norma. Potrebbe essere appunto una minore sensibilità all'aumento di anidride carbonica nel sangue che non fa reagire il neonato. Ci sono cose che possono e devono essere fatte per prevenire la Sids, ma non esiste un segno che sta per accadere.

Non esistono quindi soggetti più a rischio di altri?

No, non esistono. Si è visto che c'è un rischio leggermente maggiore nei fratelli dei bambini morti per Sids. Ma non conoscendo le cause della morte in culla non possiamo sicuramente dire che sia per fattori genetici.

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