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Neonato morto durante l’allattamento in ospedale, interviene il ministero della Salute

Il ministero della Salute ha chiesto una relazione dettagliata alla Regione Lazio sul caso della morte di un neonato all’ospedale Pertini di Roma.
A cura di Enrico Tata
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Il ministero della Salute ha chiesto una relazione dettagliata alla Regione Lazio sul caso della morte di un neonato all'ospedale Pertini di Roma nella notte tra il 7 e l'8 gennaio scorso. Stando a quanto denunciato dai genitori del piccolo, il decesso sarebbe avvenuto durante l'allattamento. La mamma, stanchissima dopo il parto, si sarebbe addormentata e il bimbo sarebbe morto schiacciato.

Sul corpo del neonato è stata disposta un'autopsia, i cui risultati saranno resi noti entro sessanta giorni. La procura di Roma ha aperto nel frattempo un fascicolo di indagine contro ignoti per omicidio colposo. Stando a quanto si apprende, i pm avrebbero già acquisito la cartella clinica della donna.

Secondo Alessandra Bellasio, ostetrica e divulgatrice scientifica su UniMamma.it, "la condivisione del letto è uno dei fattori di rischio per quanto riguarda la morte improvvisa e inaspettata del lattante (da 0 a 12 mesi). L'American Academy of Pediatrics, a questo proposito, raccomanda per il sonno del neonato un ambiente sicuro, per ridurre i pericoli. Nello specifico, attraverso le raccomandazioni del 2022, consiglia: il coricamento in posizione supina, l'uso di una superficie di riposo solida e non inclinata, la condivisione della stanza ma non del letto, evitare il surriscaldamento e l'utilizzo di lenzuola morbide che potrebbero ostruire le vie respiratorie. È dunque consigliabile idealmente per i primi sei mesi, che i neonati dormano nella stanza dei genitori, vicino al loro letto, ma su una superficie separata e adeguata all'età e alle dimensioni del piccolo. Bisogna considerare che l'ente americano si è espresso come rispettoso della necessità o della scelta genitoriale di condividere il letto con il bambino ma, sulla base dei dati disponibili, non raccomanda questa pratica in nessuna circostanza".

Al Messaggero il papà del piccolo ha raccontato: "Le si erano rotte le acque alle 4 della notte, ha poi trascorso 17 ore in travaglio prima di partorire. Era sfinita, ma le hanno subito portato il piccolo per l’allattamento e hanno anche preteso che gli cambiasse il pannolino da sola. Ma lei non si reggeva in piedi. Sì, entrambi. Lei stessa aveva implorato più volte il personale del reparto di portare il piccolo al nido per qualche ora per potere riposare un po’. Non ce la faceva più. Ma la risposta era sempre “no, non si può”".

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