Neonato morto dopo circoncisione in casa: condannate per omicidio la madre e due santone
Sono state condannate con l'accusa di omicidio preterintenzionale ed esercizio abusivo della professione medica le due donne che, a marzo dello scorso anno, praticarono la circoncisione a un neonato di venti giorni, causandone la morte. Condannata anche la madre del piccolo a quattro anni e sei mesi di reclusione: fu lei a rivolgersi alle due santone, nonostante non fossero abilitate a eseguire interventi di questo tipo. A riportarlo, è il Messaggero.
I fatti si sono svolti a Pantano lo scorso anno. La mamma del piccolo, una trentenne di origine nigeriana, voleva far circoncidere il neonato subito dopo la nascita. Si è rivolta a una donna di sua conoscenza, che la ha indicato il nome di un'altra signora disposta a fare quest'operazione. La donna però non era una sanitaria, ma lavorava come badante. Nonostante questo, sia lei sia la sua assistente si sono recate a casa della 30enne e hanno circonciso il bambino. Poche ore dopo il neonato ha avuto una forte emorragia, morendo poco dopo.
Quando la donna si è accorta che il neonato stava morendo ha chiamato immediatamente un'ambulanza. Poi si è precipitata in strada per andare incontro ai soccorritori, incontrando una pattuglia dei carabinieri che stavano eseguendo un posto di blocco. I militari hanno scortato l'ambulanza fino all'ospedale di Tor Vergata, ma per il bimbo non c'è stato nulla da fare. In pochissimo tempo i carabinieri sono risaliti alle due donne che hanno praticato la circoncisione, arrestandole. La santona che ha eseguito materialmente la circoncisione è stata portata in carcere, l'assistente ha invece avuto i domiciliari. Anche la madre è stata denunciata piede libero per omicidio preterintenzionale. Pochi giorni fa, la condanna in primo grado col rito abbreviato.