Parla l’avvocato della mamma del neonato morto all’ospedale Pertini
"La mia assistita ricorda di essere stata svegliata all'improvviso e di non avere più il bimbo con lei. Ha detto che l'hanno portata in una stanza, all'interno della quale le hanno dato questa tragica notizia (della morte di suo figlio ndr), dicendole che non c'era più". A parlare intervistato da Fanpage.it Alessandro Palombi, uno dei due avvocati della mamma del neonato morto durante l'allattamento all'ospedale Sandro Pertini di Roma l'8 gennaio scorso, insieme al legale Michela Tocci.
Il legale ha spiegato cosa le hanno raccontato finora la donna e il compagno di quanto è accaduto quella notte: "La mia assistita ha chiesto assistenza più e più volte, perché dopo aver affrontato ben diciassette ore di travaglio si sentiva stremata, senza però ottenerla" spiega l'avvocato. La donna infatti secondo quanto emerso nelle ore successive all'accaduto, ha chiesto al personale sanitario di turno di portare il bimbo al nido, per riposare un po'. Per tre notti la sua richiesta è stata sempre la stessa, ma non è stata ascoltata.
"Attendiamo gli esiti dell'autopsia"
Rispetto altri aspetti della vicenda l'avvocato mantiene al momento il massimo riserbo: "Siamo in fase d'indagine, abbiamo grande fiducia nel lavoro che sta svolgendo la Procura, sembra stia valutando il caso con grande prodenza e determinazione. Attendiamo gli esiti dell'autopsia, poi valuteremo i prossimi passi da compiere. Posso dire che i famigliari al momento sentono un dolore incredibile e un forte senso d'ingiustizia".
"Valutazioni sul personale spettano alla Magistratura"
Sulle dichiarazioni rilasciate dalla Asl Roma 2 rispetto al fatto che non sussista una carenza di personale l'avvocato ha detto: "Sono valutazioni che lasciamo alla Magistratura". Ieri la Direzione strategica ha infatti diffuso un comunicato ufficiale sulla vicenda. Ha respinto le rappresentazioni dei giornali secondo le quali "all'ospedale Pertini le madri non siano seguite adeguatamente – chiarendo che – non ci sono carenze di personale in servizio, ma che alle pazienti viene assicurata un’adeguata presa in carico ed il rispetto dei requisiti organizzativi previsti dalla normativa vigente".
Ha inoltre reso noto di aver attivato come da prassi "un audit clinico, per verificare la correttezza e l’aderenza alle best practice e l’appropriatezza delle procedure, e ha consegnato alla magistratura tutta la documentazione in possesso al fine di consentire uno svolgimento delle indagini che conduca, il più rapidamente possibile, a ricostruire la dinamica degli avvenimenti e ad accertare eventuali responsabilità".