Neonato morto al Pertini, la compagna di stanza della mamma: “Ho chiamato io l’infermiera”
"La prossima settimana presenterò una denuncia in Procura, documentata con una investigazione difensiva". È la prossima mossa di Alessandro Palombi, l'avvocato insieme alla collega Michela Tocci, della mamma del neonato morto durante l'allattamento all'ospedale Sandro Pertini di Roma lo scorso 8 gennaio. Come riporta il Corriere della Sera spunta un nuovo dettaglio nella vicenda sulla quale è aperta un'inchiesta per omicidio colposo, al momento contro ignoti. Pare che a dare l'allarme sia stata un'altra mamma, ricoverata nella stessa stanza in cui si trovava la donna, che si è addormentata mentre stava allattando suo figlio di tre giorni in braccio, esausta dopo aver affrontato diciassette ore di travaglio.
Sarebbe dunque stata una paziente e non il personale sanitario di turno ad accorgersi che qualcosa non andava. Su questo aspetto il pubblico minitsero Maria Sabina Calabretta vuole vederci chiaro, per capire quanti e quali controlli sono stati fatti la notte della tragedia dagli infermieri di turno. Accertamenti che aiuteranno gli inquirenti a stabilire se sussistano o no responsabilità per negligenza e impudenza nei confronti di chi avrebbe dovuto prestare assistenza alle donne che avevano da poco partorito.
Ipotesi sorveglianza carente
Secondo quanto riportato dal Corriere infatti la notte in cui sono accaduti i drammatici fatti la compagna di stanza della mamma che ha perso il suo bambino ha notato che qualcosa non andava: si è accorta che il neonato rischiava di soffocare sotto al peso della mamma, che si era addormentata dalla stanchezza. La paziente ha chiamato l'infermiera, che è intervenuta, ma per il piccolo era ormai troppo tardi. Sotto alla lente d'ingrandimento degli inquirenti c'è anche l'ipotesi che da parte del personale di turno del Pertini ci sia stata una sorveglianza carente.
In merito all'ipotesi di una sorveglianza carente di cui si è scritto sui giornali nei giorni scorsi la direzione strategica della Asl Roma 2 in un comunicato stampa "respinge in maniera categorica questa rappresentazione, in quanto non vi sono carenze di personale in servizio. Alle pazienti viene assicurata un’adeguata presa in carico ed il rispetto dei requisiti organizzativi previsti dalla normativa vigente, che determina, peraltro, un alto livello di soddisfazione da parte dell’utenza così come testimoniato dall’incremento dei volumi di attività". E ha reso noto che ha "avviato un audit clinico".