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Nel Lazio una legge per il congedo mestruale: “Niente scuola o lavoro nei giorni di maggior dolore”

La consigliera dem Eleonora Mattia ha presentato una proposta di legge per istituire il concedo mestruale sia a scuola sia al lavoro. Ecco come funziona e in che modo se ne potrà usufruire nel caso dovesse passare.
A cura di Natascia Grbic
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"Il Lazio è la prima regione d’Italia ad avere una proposta di legge sul congedo mestruale, un istituto già applicato in Europa dalla Spagna a livello nazionale e da altri paesi esteri. Come per la legge sulla parità salariale, approvata nella scorsa legislatura, anche stavolta possiamo fare da apripista a livello nazionale sulle politiche per le pari opportunità". Lo ha dichiarato a Fanpage.it Eleonora Mattia, consigliera regionale Pd del Lazio, in merito alla proposta di legge per il congedo mestruale presentata nei giorni scorsi e che prevede la possibilità di assentarsi dalla scuola e dal lavoro nei giorni in cui il dolore è maggiore.

Ma in cosa consiste praticamente questo congedo, come funziona? "La proposta di legge prevede innanzitutto che la Regione promuova l'autonoma di iniziativa di aziende, scuole e università, attraverso: la concessione di contributi per diffondere la tematica a livello culturale, la stipula di protocolli d'intesa e soprattutto prevedendo punteggi tecnici premiali per le aziende che abbiano adottato il congedo mestruale a livello di avvisi pubblici, bandi e gare d'appalto", spiega Mattia.

"Ogni azienda potrà adottarlo autonomamente nel proprio welfare su base volontaria e anche prevederne una differente applicazione – continua – Ad esempio l'azienda di trasporti veneta Ormesani ha riconosciuto un giorno al mese di assenza retribuita per tutte le dipendenti che soffrono di ciclo mestruale doloroso senza bisogno di permessi né di certificato medico, sulla base di un rapporto di fiducia. Altre aziende potranno invece richiedere alle dipendenti di farsi certificare la dismenorrea dal proprio medico di base o dal ginecologo. L'importante per vedersi riconosciute le premialità previste dalla Regione è che il congedo riconosciuto dall'azienda sia retribuito al 100%. In alternativa l'azienda potrà anche prevedere modalità alternative di svolgimento della prestazione lavorativa che siano compatibili con la sintomatologia dolorosa (ad es. telelavoro o smartworking)".

Per molte donne le mestruazioni possono essere un vero e proprio problema, soprattutto se associate a patologie come l'endometriosi. "Si tratta di una condizione di disagio diffusa tra le donne spesso con un impatto negativo tale da interferire sulle attività quotidiane al punto da richiedere di dover usufruire di giorni di malattia o permesso per assentarsi da lavoro o scuola, creando di fatto una disparità tra i sessi. Un congedo mestruale, nei tre giorni di picco del ciclo, permetterebbe invece a studentesse e lavoratrici di potersi assentare in maniera del tutto legittima. Spero che diventi una battaglia anche della maggioranza perché è una battaglia di civiltà".

In Italia da tempo si parla di concedo mestruale. Non esiste però una legge in merito che consenta alle donne di assentarsi dal lavoro per questo motivo. "Si tratta di una tematica molto sentita, anche a Roma e nel Lazio, dove è stata promossa soprattutto dalla Rete degli Studenti medi. Come spesso accade la società anticipa la politica: dobbiamo saperne cogliere i segnali e procedere di pari passo".

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