Nel Lazio nessun lavoro per i disabili: “Pubblicato bando per 79 posti, numeri insufficienti”
Vincenzo di Matteo ha due lauree, una in scienze della comunicazione l'altra come educatore. Aveva pensato che se non fosse riuscito a trovare lavoro in un ambito avrebbe sempre avuto la possibilità di puntare su un'altra professione. Un modo di tenersi aperte diverse strade e non lasciare nulla al caso. Ma le sue due lauree non sono servite: dal 2009 Vincenzo è iscritto all'ufficio di collocamento ma non ha ancora trovato lavoro. Da dodici anni prova ad avere un impiego, ma da dodici anni trova solo porte chiuse. Il motivo, per Vincenzo, è legato alla sua disabilità. "Ho una disabilità fisica evidente – ha spiegato a Fanpage.it – Ho un solo rene che potrebbe cedere da un momento all'altro, oppure andare avanti fino a che non muoio. Le cose non hanno mai funzionato, non c'è mai stata una politica che abbia tutelato i disabili. Non è colpa della pandemia, come molti dicono ora, è sempre stato così".
Il bando della Regione Lazio per 79 posti di lavoro
La Regione Lazio ha da poco pubblicato un bando per l'avviamento al lavoro delle persone con disabilità. Un progetto necessario ma che, secondo la Cgil, non è sufficiente: i posti messi a disposizione, infatti, sono 79. Un numero molto basso che non favorirebbe l'inclusione delle persone disabili nel mondo del lavoro. "La situazione lavorativa delle persone con disabilità è drammatica – dichiara Fiorella Puglia, della Cgil politiche disabilità Roma e Lazio – Perché è un sogno a cui non potranno mai arrivare, anche se poi il lavoro sarebbe la risposta giusta all'obiettivo dell'inclusione vera. Il 15 dicembre è uscito l'avviso pubblico della Regione Lazio per l'avviamento al lavoro dei disabili: è uscito a due anni di distanza dall'ultimo e prevede solo 79 posti in tutta la regione. È un numero bassissimo, inesistente nella realtà. È il 0,7% del numero delle persone iscritte al collocamento. Non esistono politiche di occupazione per le persone con disabilità e si potrebbero fare moltissime cose".
A cura di Natascia Grbic e Cristina Pantaleoni