Nel Lazio i richiami vaccino Pfizer e Moderna rimarranno a 21 e 28 giorni e non aumenteranno a 42
Aggiornamento 10 maggio: dosi Pfizer a 35 giorni
Nel Lazio i richiami dei vaccini Pfizer e Moderna resteranno a 21 e a 28 giorni dalla somministrazione della prima dose. Questo sempre se il governo non introdurrà l'obbligo di rinviarli a 42 giorni. Per il momento l'assessore D'Amato non ha intenzione di modificare le indicazioni per le seconde dosi contenute nei bugiardini dei due vaccini. Quella di posticipare l'inoculazione allo stato attuale è soltanto una raccomandazione non vincolante per le Regioni. "Per tutti i cittadini che hanno già il doppio appuntamento non ci sarà alcuna modifica, semmai, nel caso ci fosse l’ordinanza, varrebbe per le nuove prenotazioni", ha dichiarato D'Amato al Messaggero. Insomma, chi ha già prenotato può stare tranquillo. Se ci sarà un'indicazione più stringente da parte del governo, essa varrà soltanto per i nuovi appuntamenti.
Nel Lazio sono state attualmente somministrate oltre 1,5 milioni di dosi Pfizer (950mila prime dosi e 614mila richiami circa) e 142mila dosi Moderna (91mila prime dosi e 50mila richiami). In totale, quindi, sono state somministrate circa 1,65 milioni di dosi dei due vaccini. Di queste, quasi 700mila sono andate ad anziani con oltre 80 anni di età.
Perché si sta parlando di posticipare la seconda dose Pfizer e Moderna a 42 giorni
Si sta discutendo in questi giorni della possibilità di spostare il richiamo dei vaccini a Rna messaggero Pfizer e Moderna a 42 giorni dalla prima dose, poiché il ministero della Salute ha diffuso una circolare il 5 maggio a firma del direttore generale della prevenzione generale, Gianni Rezza. Nel documento viene trasmesso un parere del Comitato Tecnico Scientifico in merito "all'estensione dell'intervallo tra le due dosi di vaccini a mRNA e alla seconda dose del vaccino VaxZevria (ex AstraZeneca)". Nella riunione del Cts è stato evidenziato che "rimane una quota significativa di soggetti non vaccinati che, in ragione di connotazioni anagrafiche o per patologie concomitanti, sono a elevato rischio di sviluppare forme di COVID-19 marcatamente gravi o addirittura fatali. Sulla scorta di questa considerazione, pur a fronte di studi registrativi che indicano come l’intervallo tra la prima e la seconda dose dei vaccini a RNA (PfizerBioNtech e Moderna) sia di 21 e 28 giorni rispettivamente, è raccomandabile un prolungamento nella somministrazione della seconda dose nella sesta settimana dalla prima dose".
Secondo il Cts la somministrazione del richiamo entro 42 giorni dalla prima non avrebbe conseguenze sull'efficacia della risposta immunitaria. Inoltre la prima dose dei vaccini Moderna e Pfizer conferisce già un'efficace protezione dalla malattia da Covid-19 in forma grave nell'80 per cento dei casi. "In uno scenario in cui vi è ancora necessità nel Paese di coprire un elevato numero di soggetti a rischio di sviluppare forme gravi o addirittura fatali di COVID-19 – si legge ancora – si configurano condizioni in cui è opportuno dare priorità a strategie di sanità pubblica che consentano di coprire dal rischio il maggior numero possibile di soggetti nel minor tempo possibile".