Nel Lazio aumentano i contratti di lavoro, ma soltanto quelli precari
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Più contratti di lavoro, ma soltanto quelli precari. Rispetto al primo semestre del 2022, i primi sei mesi del 2023 fanno registrare nel Lazio un saldo complessivamente positivo tra attivazioni e cessazioni di contratti. Ma l'aumento è determinato solamente dai contratti a tempo determinato, mentre si registra una contrazione per quanto riguarda il tempo determinato.
Secondo la Cgil di Roma e del Lazio, che si basa sugli ultimi dati dell’Osservatorio sul Precariato dell’INPS, si assiste nella regione della Capitale "ad una riduzione del numero di contratti a tempo indeterminato del 10,6% e alla cessazione di oltre 222 mila contratti a tempo determinato in soli 6 mesi. Il part time continua ad essere applicato in un contratto su tre e principalmente alle donne. Confrontando i dati sulle tipologie contrattuali delle assunzioni del primo semestre 2023 e del primo semestre 2014 si denota uno scivolamento complessivo verso la precarietà per tutte le classi di età".
Come si vede nei grafici elaborati dalla Cgil il saldo tra attivazioni e cessazioni di contratti di lavoro per i primi 6 mesi del 2023 è positivo, con un più 80.702 contratti, Come detto, però, ad aumentare sono soltanto le forme di lavoro precario. Non solo: da gennaio a giugno si sono persi oltre 8 mila contratti a tempo indeterminato (-10,6%) ma più di 222 mila contratti a tempo determinato sono cessati nell’arco del semestre.
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Sulla ragione delle cessazioni, fa notare la Cgil che in questi giorni ha organizzato in piazza Vittorio Emanuele II la festa del tesseramento, "le dimissioni volontarie pesano il 24%, un dato che cambia notevolmente a seconda della tipologia contrattuale, nei tempi indeterminati e negli apprendistati supera il 60% dei casi, mentre nei contratti precari la causa predominante è la scadenza naturale del contratto".
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Per il sindacato "serve l’impegno di tutte le istituzioni per un’inversione di tendenza per non condannare la Capitale e il Lazio ad essere aree del Paese sempre più povere ed esauste dal punto di vista produttivo".