Negazionista del Covid guarito ringrazia i medici: “Non credevo al virus, è stato un incubo”
Negazionista del Covid, dopo essere finito in terapia intensiva ed esserne uscito, è tornato all'ospedale di Alatri per ringraziare lo staff che lo ha assistito e che gli è stato accanto, supportandolo durante la malattia. È la storia di Domenico, cinquantasette anni, che non credeva che il coronavirus potesse colpirlo gravemente, un'esperienza che lo ha portato a rivalutare l'emergenza sanitaria e il lavoro di medici, infermieri, che combattono in prima fila negli ospedali. Una foto pubblicata dalla Asl di Frosinone lo immortala insieme al personale sanitario, e in occasione della sua visita, ha regalato loro un forno per la cucina dell'ospedale. Una malattia, quella che ha colpito Domenico, che è durata per circa tre mesi, da quando il tampone ne ha confermato la positività. Le sue condizioni di salute si sono progressivamente aggravate, fino al ricovero e al trasferimento all'ospedale di Alatri, dov'è arrivato già intubato.
"Non credevo al Covid, questo virus è un incubo"
“Non ci credevo al virus, ora invece sono fra quelli che fa divulgazione con tutte le persone che incontro, le informo e le invito ad usare tutte le precauzioni, mascherina, igiene delle mani, distanziamento. Questo virus è veramente maledetto!” racconta. “Sembrava di stare in un film dell’orrore, facevo incubi tremendi, che contrastavano in modo incredibile con la cura e l’affetto che ho ricevuto all’ospedale di Alatri!" ha spiegato. E ha aggiunto, ringraziando gli operatori che lo hanno assistito: "Devo la mia vita a loro, per tutto il tempo non mi hanno mai lasciato solo, mi sono stati vicino con le medicine e con la loro grande umanità, come se fossi uno di famiglia. La sanità pubblica è il nostro bene più prezioso: dobbiamo difenderla con unghie e denti!". "La gioia più bella è stato rivederlo in perfetta salute e sentire i suoi racconti – ha detto Ida Minnocci, responsabile della Terapia Intensiva del San Benedetto, entusiasta della sua guarigione – le sue paure e le sensazioni durante la degenza, purtroppo non capita spesso di poterle raccontare".