‘Ndrangheta nel litorale Sud di Roma: il prefetto valuta scioglimento di Anzio e Nettuno
Il prefetto di Roma Matteo Piantedosi sta valutando lo scioglimento dei consigli comunali di Anzio e Nettuno. La prima ha visto sei consiglieri e un assessore dare dimissioni, a seguito dell'inchiesta Tritone della Dda di Roma. L'operazione ha portato ad arresti e all'ipotesi di infiltrazione della ‘ndrangheta nella politica del litorale della provincia a Sud della Capitale. Come riporta La Repubblica in un articolo a firma di Clemente Pistilli, a lasciare il consiglio comunale sono Flavio Vasoli, Giuseppina Piccolo e Stefania Amaducci di Progetto Anzio, Cinzia Galasso, Roberto Camilli e l'assessore Laura Nolfi di Fratelli d'Italia. Pochi giorni prima a consegnare le dimissioni è stato il consigliere comunale Marco Maranesi. Per gli inquirenti la loro campagna elettorale sarebbe stata sostenuta dalla criminalità organizzata. Resta ancora in carica il sindaco leghista Candido De Angelis.
A Nettuno mozione di sfiducia per il sindaco Alessandro Coppola
Resta ancora in carica come quello di Anzio anche il sindaco di Nettuno, Alessandro Coppola, rispetto al quale il prossimo 25 marzo in consiglio comunale si discuterà una mozione di sfiducia anvanzata da dieci consiglieri d'opposizione. A dimettersi sono stati gli assessori Camilla Ludovisi e Maddalena Noce. La prima è la compagna del consigliere comunale Luca Ranucci, che gli inquirenti ritengono essere stato eletto grazie all'organizzazione, mentre la seconda è stata intercettata mentre chiedeva a uno degli arrestati voti per una candidata ad Anzio.
L'operazione Tritone
Il 17 febbraio scorso i carabinieri del Comando provinciale di Roma hanno perquisito gli uffici di Anzio e Nettuno, per sospetti di infiltrazioni di stampo mafioso tra la pubblica amministrazione e il traffico illecito di rifiuti. Nella stessa mattinata tra Roma e provincia sono scattati sessantacinque arresti, compresi due carabinieri, tra i quali persone gravemente indiziate di far parte di un'associazione a delinquere di stampo mafioso. In quel frangente De Angelis ha commentato: "Confidiamo nel lavoro della Magistratura, nell'assoluta consapevolezza di aver sempre esercitato liberamente il mandato elettorale".