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Nasce senza occhi per una malformazione: bimbo di un anno avrà delle protesi grazie al Bambino Gesù

Mouhamed ha un anno e una rara malformazione che lo ha fatto nascere senza occhi. Dal Senegal il piccolo è stato trasferito a Roma dove, al Bambino Gesù di Roma, è stato sottoposto alle cure.
A cura di Beatrice Tominic
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Mouhamed è nato lo scorso luglio in Senegal con una rara malformazione. La scoperta è avvenuta subito dopo il parto: il piccolo era privo dei globi oculari. Nel suo Paese, però, non ha possibilità di ricevere aiuto. A cambiare il destino della sua vita ci ha pensato il papà, un ragazzo senegalese residente a Milano, con un'email inviata alla direttrice di OMaR-Osservatorio Malattie Rare, Ilaria Ciancaleoni Bartoli.

"Ho ricevuto una notizia molto dura: il mio bambino è nato con una malattia rara che si chiama ‘anoftalmia bilaterale' e in Senegal non possono fare nulla – ha scritto l'uomo – Vorrei portalo al più presto in un ospedale italiano". Insieme alle poche righe del messaggio, una foto del piccolo Mouhamed: suo padre non lo ha ancora abbracciato, ma si sta già mobilitando per lui.

L'arrivo di Mouhamed e sua mamma in Italia

"Era facile girarsi dall'altra parte dicendo che non avremmo potuto fare niente, ma la rassegnazione e l'indifferenza non trovano spazio nella nostra mission – ha detto la direttrice Ilaria Ciancaleoni Bartoli – Dovevamo provare a fare qualcosa. Così ho contattato il dottor Andrea Bartuli, responsabile dell'ambulatorio malattie rare dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù: che ha immediatamente risposto con efficienza".

Il centro Omar e il Bambino Gesù hanno immediatamente iniziato a collaborare per garantire a Mouhamed un futuro più dignitoso possibile. Il piccolo è stato curato in Italia grazie al programma umanitario dell'Ospedale della Santa Sede, nonostante fosse sprovvisto di qualsiasi forma di assistenza sanitaria. La famiglia del piccolo è arrivata in Italia lo scorso marzo, quando il bimbo aveva circa 8 mesi. Grazie alla dottoressa Alessandra Modugno, oculista e direttore di Ocularistica italiana, centro specializzato nella produzione di protesi oculari destinate a bambini affetti da malformazioni congenite, il piccolo e la mamma sono stati accolti e guidati per tutta la loro permanenza dall'associazione KIM.

"Collaboriamo da anni con la dottoressa: offriamo alle mamme la possibilità di imparare un mestiere grazie al laboratorio di ceramica e cucito – ha specificato Corrado Roda, Coordinatore del Centro di Accoglienza KIM – Ci occupiamo dell'apprendimento della lingua italiana per mamme e bambini, forniamo assistenza su questioni legali e garantiamo un servizio di accompagnamento presso gli ospedali per le visite mediche a cui i piccoli devono sottoporsi".

L'accoglienza al Bambino Gesù

Per aiutare il piccolo Mouhamed si sono mobilitati molti specialisti che hanno lavorato in sinergia per garantire le migliori risorse diagnostiche e assistenziali ai piccoli e alle loro famiglie, fra cui proprio la dottoressa Modugno.

"Da molti anni al Bambino Gesù lavoriamo insieme a UOC di Oculistica per curare i piccoli con patologie gravi come l'anoftalmia, la microftalmia e il coloboma – ha spiegato il dottor Andrea Bartuli – Accogliere Mouhamed, straniero e sprovvisto di assistenza sanitaria, ha poi richiesto anche l'aiuto e il sostegno di tante altre persone, in primis l'Assistenza Internazionale del nostro Ospedale".

La patologia con cui è nato Mouhamed

La patologia rara che ha colpi Mouhamed determina la completa mancanza di formazione e accrescimento delle vescicole ottiche, o una loro degenerazione. "Nel corso della vita uterina i bulbi oculari rappresentano una medesima estroflessione del cervello ed è per questo che non si può effettuare un trapianto dell'occhio: la mancanza dei bulbi oculari non può essere sopperita se non dalle protesi – ha spiegato la dottoressa Modugno – Quindi a Mouhamed sono state applicate delle protesi di grandezza crescente per espandere gradualmente la cavità dove non c'è l'occhio".

Dopo questa prima fase, il piccolo e la mamma sono tornati a Milano dal papà. "Mouhamed non recupererà mai la vista e dovrà proseguire nel percorso di riabilitazione, ma pur attraverso le protesi, alcune persone riescono a far comprendere il loro umore da uno sguardo, segno che tali dispositivi hanno raggiunto una qualità estetica elevatissima".

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