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Covid 19

Nasce il cappotto contro il coronavirus: “La mascherina non sarà più necessaria”

Si chiama Hut ed è il cappotto ideato da un atelier di Roma con lo scopo di garantire una protezione totale dell’individuo contro i rischi di contagio da coronavirus. La stilista Sabrina Persechino spiega nel dettaglio le caratteristiche del trench, pensato anche per un riutilizzo quotidiano futuro quando non sarà più tempo di pandemia.
A cura di Francesco Muccino
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Un cappotto che protegge dal coronavirus in vista dell'autunno: è l'idea di un atelier di Roma, che ha concepito l'indumento come strumento di protezione totale per l'individuo. Hut, questo il nome del trench anti-Covid e che in inglese significa "capanna", nasce dalla collaborazione fra Sabrina Persechino, stilista e architetto, e Giuseppe Amaro, ingegnere fondatore della GAe Engineering ed esperto in materia di sicurezza in manifestazioni pubbliche e grandi eventi. "Hut nasce pensando all'azzeramento del distanziamento sociale, necessario in questo caso pandemico", spiega Persechino aggiungendo che "era necessario pensare uno strumento o un dispositivo che fosse in grado non solo di azzerare la distanza sociale, ma di rendere visibile, proprio per sicurezza, il volto ed essere protettivo nei confronti dell'individuo". La stilista aggiunge che Hut "nasce come una campana di vetro a protezione della persona e si evolve nel design pensando a un riutilizzo non necessariamente in caso di pandemia, e quindi a un riutilizzo quotidiano del capo".

Le caratteristiche di Hut nel dettaglio

Il cappotto, prodotto con la collaborazione di tecnici per eventi e sicurezza, sostituisce del tutto ed è al tempo stesso complementare di tutti i dispositivi di protezione contro il contagio da coronavirus. Persechino scende ancora più nei dettagli spiegando come è strutturato l'indumento: "Ha il cappuccio a coprire, che può essere sganciabile, ma ha questa visiera, anch'essa completamente sganciabile, che viene integrata al cappuccio, quindi chiusa, e una volta inserita con il trench crea questa protezione totale e quindi permette il non utilizzo delle mascherine e di altri dispositivi che limitano il linguaggio, la lettura del labiale e non evitano il distanziamento sociale". È suddiviso in tre strati, uno impermeabile all'esterno, uno al centro che filtra gli agenti virali, e una fodera interna dotata anche di tasche dove riporre altri dispositivi di protezione.

Il prototipo di Hut risale già ad aprile, in piena fase 1 dell'emergenza Covid-19: "Appena dopo il lockdown lo avevamo iniziato a pensare proprio perché l'annullamento degli eventi e l'azzeramento di una serie di manifestazioni aveva creato un blocco totale del lavoro in un campo in cui tante persone lavorano". La stilista conclude parlando del confronto tecnico costante con l'ingegnere Amaro che ha consentito di perfezionare il trench in ogni dettaglio. E dopo mascherine, guanti e gel, anche con Hut si potrà ridurre al minimo il rischio di contagio.

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