Un uomo è morto di freddo di fronte all’ufficio immigrazione della questura di Roma
Si trovava davanti all'Ufficio Immigrazione della Questura di Roma, in via Patini, alla periferia est della capitale quando, verso le 22 di ieri sera è morto di freddo. Una tragedia che scuote questo inverno romano. Ma chi era l'uomo che ha perso la vita mentre dormiva in strada? Inizialmente, secondo le informazioni diffuse dall'Unione Sindacale di Base USB si sarebbe trattato di una persona anziana richiedente asilo che si trovava in fila per esserci ricevuto in Questura il giorno dopo. Poco dopo, però, è arrivata la smentita della questura: si tratta, invece, di un cittadino comunitario su cui pendeva un ordine di allontanamento. È morto davanti alla questura di Roma: non perché si trovasse in fila, ma perché è lì che ha trovato un giaciglio su cui passare la notte.
La smentita della Questura: "Non era in fila"
A poco tempo dalla notizia di Usb, che parlava della morte di un richiedente asilo, però, è arrivata la smentita da parte della stessa Questura di Roma.
"Le forze di polizia e i soccorsi sanitari, prontamente intervenuti sul posto, ne hanno purtroppo constatato il decesso – hanno fatto sapere con una nota – Esprimiamo cordoglio per la morte improvvisa di una persona giovane, che peraltro non aveva motivo di attendere all'esterno dell'ufficio immigrazione in quanto cittadino comunitario a cui era stato notificato un ordine di allontanamento dal territorio nazionale".
Il decesso, proseguono ancora, sarebbe avvenuto per cause naturali, la vittima un giovane che stava dormendo dopo aver trovato riparo in un giaciglio di fortuna nei pressi dell'ufficio immigrazione della questura. A ritrovarlo, privo di sensi, è una terza persona privo di sensi la notte scorsa.
La fila fuori dalla questura di via Patini
L'identità della persona che ha perso la vita stanotte a causa del freddo avanti alla questura in via Patini, piccola via in zona Tor Cervara, però, non cambia ciò che tutti i giorni (e tutte le notti) sono costrette a vivere centinaia di persone richiedenti asilo e non soltanto. Le file, lunghissime, si formano già dalla notte precedente. Tutti, in questo modo, si convincono di riuscire ad ottenere un posto e di poter essere ricevuti l'indomani.
Ogni giorno, però, soltanto poche persone della fila riescono ad entrare e a presentare la propria richiesta. Tutte le altre, invece, vengono respinte. Si tratta di file lunghissime, formate anche da più di 100 persone e le possibilità di essere ricevuti sono sempre poche. Così le persone richiedenti asilo hanno iniziato ad arrivare sempre prima, spesso anche la sera precedente all'apertura dell'Ufficio Immigrazione, come nel caso della persona deceduta.
La fila per richiedere asilo all'Ufficio Immigrazione di via Patini a Roma
Nei casi migliori le persone in fila provano ad attrezzarsi come possono per dormire fuori dalla questura anche per più notti, sperando di avere più possibilità di essere ricevuti. Ma c'è anche chi deve provare a tornare più volte prima di riuscire a presentare la domanda di asilo: non sempre accamparsi di notte davanti all'Ufficio Immigrazione basta. E c'è chi, infine, decide di provare a chiedere asilo in un'altra città, sperando di essere più fortunati.
Senza il permesso di soggiorno per richiesta d'asilo, infatti, le persone vengono private di tutta una serie di diritti fra i più essenziali, dall'iscrizione al servizio sanitario nazionale, alla possibilità di stipulare un regolare contratto di affitto o di lavoro, fino all'accesso all'accoglienza e all'ottenimento del proprio codice fiscale.
"Lavoratori e le lavoratrici migranti sono costrette in condizioni pietose per poter ottenere quello che è un loro diritto", sottolineano da Usb che, nel frattempo, ha lanciato un presidio in via Nazionale, davanti al Palazzo delle Esposizioni, per mercoledì 29 gennaio alle ore 16.
La reazione di Anpi e Cgil: "Andremo in via Patini"
Dopo aver appreso dell'accaduto, in un comunicato congiunto Anpi e Cgil hanno fatto sapere che domani mattina, mercoledì 29 gennaio 2025, saranno presenti davanti agli uffici di via Patini "per sostenere le persone che si trovano in per ribadire che non si può rimanere indifferenti per quanto accaduto, ma evitare che si ripeta".
Con l'impegno di scrivere alle istituzioni, hanno poi continuato a spiegare nella nota: "Da tempo denunciamo le gravi condizioni in cui versa l’Ufficio Immigrazione della Questura di Roma, il più grande d’Italia, con una situazione divenuta insostenibile sul piano umanitario e lavorativo – si legge nella nota – Ogni giorno un numero elevatissimo di persone si reca e attende anche per giorni per richiedere il rilascio dei permessi di soggiorno, asilo politico o protezione speciale o, magari, anche per chiedere informazioni non di competenza dell’Ufficio Immigrazioni, il quale per molti è l’unico punto istituzionale di riferimento dove trovare risposta. Questa è una vergogna che deve finire".