351 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Muore durante una corsa al parco, dopo essere stato dimesso per una gastrite: medico a processo

“È solo una forte gastrite”. Poi le dimissioni dall’ospedale, la corsa al parco e la morte improvvisa, per un infarto: a processo per omicidio colposo il medico.
A cura di Beatrice Tominic
351 CONDIVISIONI
Immagine

Roberto Sabatini è morto per un infarto dopo essere andato a correre in un parco della Garbatella. Aveva 52 anni ed era da poco stato dimesso dall'ospedale. "Si tratta di gastrite", gli avevano detto i medici prima di rimandarlo a casa. Invece si sarebbe trattato di una predisposizione ereditaria alle malattie cardiovascolari. A provocare la morte del cinquantaduenne, allora, potrebbe essere stata proprio la diagnosi scorretta effettuata due giorni prima. Per questa ragione il medico è finito a processo per omicidio colposo, accusato di aver ignorato o, almeno, sottovalutato la cardiopatia ereditaria da parte di padre, pur essendone a conoscenza.

La morte al parco dopo le dimissioni dell'ospedale

Sabatini è morto il 20 gennaio del 2018 insieme ad alcuni amici, che lo hanno visto accasciarsi a terra. Inutile la corsa in ospedale: è morto prima dell'arrivo nell'ospedale Vannini di Torpignattara. Per lui non c'è stato niente da fare.

Per lui l'allarme era scattato qualche giorno prima, a causa di un forte dolore all'addome: "Sembra una gastrite, può essere dimesso". E invece quel malessere si è rivelato essere sintomo di un principio di un infarto miocardico inferiore.

La diagnosi: "Si tratta di gastrite"

Convinto che si trattasse di gastrite, il medico ha previsto per Sabatini una visita gastroenterologica, un Rast test – un esame allergologico e un Breath Test per rilevare l’eventuale presenza del batterio Helicobacter pylori, nella mucosa gastrica.

Secondo quanto emerso dall'autopsia eseguita al San Camillo, c'erano già alcuni sintomi tipici della cardiopatia come l’ipertensione arteriosa, un’alta concentrazione di colesterolo nel sangue, un’ostruzione delle arterie superiore al 75% e l’ipertrofia ventricolare sinistra. "Se fosse stato mandato al pronto soccorso, si sarebbe potuto salvare", ha invece spiegato a il Messaggero il medico dello Sport specializzato in malattie cardiovascolari e perito della procura Giuseppe Marceca. A mettere ulteriormente in difficoltà l'uomo l'attività fisica: "Se la sintomatologia p lieve, il cardiopatico può fare sport, ma dopo i 45 anni anche una corsetta all'aperto può risultare fatale".

351 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views