Morta dopo una liposuzione a Roma, il medico che ha operato Simonetta Kalfus già noto a nas e pm

Era già noto ai Nas il medico di 73 anni indagato per la morte di Simonetta Kalfus, la sessantaduenne morta dopo un'operazione di liposuzione il 18 marzo scorso. Sequestri, indagini, segnalazioni e perquisizioni in cui sono stati trovate protesi mammarie ammassate, timbri falsi e nessuna autorizzazione, soprattutto negli ultimi anni, secondo i Nas e la magistratura, che da qualche tempo monitorava l'attività del medico chirurgo.
Nel frattempo sul caso di Kalfus sono in corso indagini: secondo l'esame autoptico, sembra che la donna sia morta a causa di una sepsi che avrebbe colpito gli organi vitali.
Il chirurgo che ha operato Simonetta Kalfus già noto per altre indagini
Ad operare Simonetta Kalfus, è stato un medico chirurgo di 73 anni che oggi risulta indagato. Il suo nome, però, era già noto per altre indagini svolte dai Nas: nel suo studio sarebbero state riscontrate irregolarità e scarsa igiene. Già condannato ad un anno per lesioni colpose dopo l'operazione al seno di un'altra donna nel 2017, il chirurgo da un paio di anni, come riporta la Repubblica, sarebbe finito nel mirino dei Nas.
È stato proprio nel febbraio del 2023 che i carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni hanno messo i sigilli nello studio medico del chirurgo, in zona Re di Roma, trovando condizioni igienico sanitarie a rischio. Secondo quanto riportato nel verbale, nell'ambulatorio del medico le protesi mammarie sarebbero state trovate ammassate su una scrivania, accanto ad un computer, alcune in sacchetti di plastica, altre in scatole di cartone, senza precauzioni né confezioni sicure.
I pm di Roma e il processo al medico
Qualche mese dopo, nell'ottobre dello stesso anno, è stato oggetto di una nota inviata dai pm della capitale all'Ordine dei Medici "per l’eventuale adozione dei provvedimenti di competenza visti i procedimenti penali".
Dopo i riscontri sull'ambulatorio di Bravi, la pm Eleonora fini ha fatto scattare il processo con l'accusa di esercitare attività diagnostiche nel suo studio senza le autorizzazioni del prefetto necessarie, senza personale qualificato, come biologi e chimici, e di aver utilizzato il timbro di un altro medico per una ricetta.
La condanna per lesioni personali dopo una mastoplastica
Nel 2023, però, il chirurgo era già noto sia ai Nas che alla pm da almeno sei anni, dopo che, nel 2017, aveva eseguito un'operazione di mastoplastica "sbagliata" che lo ha portato a finire sotto processo per lesioni colpose aggravate ai danni della paziente, dopo essere risultato a lungo irreperibile per la donna.
In questo caso, è stato condannato ad un anno: per la giudice Antonella Bencivenni la struttura, stavolta in via Nazionale, sarebbe stata non idonea poiché "non sterile, non asettica e non fornita delle strumentazioni adeguate a fronteggiare l’attività svolta", riscaldata, secondo quanto riportato dalla paziente, con uno scaldabagno.
Il caso Kalfus: le indagini ancora in corso
La morte di Simonetta Kalfus è soltanto l'ultimo episodio spiacevole legato al chirurgo. Operata in un nuovo studio il 6 marzo, dopo qualche giorno ha iniziato a stare male ed è stata trasferita all'ospedale Grassi di Ostia dove, dopo dieci giorni di coma vegetativo, ha perso la vita.