Muore dopo un intervento all’anca: tre medici indagati per omicidio colposo

Omicidio colposo è il reato ipotizzato dalla Procura nei confronti di tre medici di una clinica romana per la morte di un paziente operato per la sostituzione di una protesi all'anca. Per l'accusa come riporta Il Messaggero le cause del decesso sarebbero da attribuire ad un anticoagulante. Ne avrebbero ripreso la somministrazione in maniera errata rispetto alle linee guida, ossia a trentatré ore dall'intervento, invece che attendere come necessario dalle quarantotto alle settantadue ore. Ciò avrebbe provocato una forte emorragia, che ha fatto precipitare il suo quadro clinico e lo ha ucciso. L'udienza preliminare alla quale presenzieranno i tre medici è in programma per il prossimo 19 maggio. Il paziente è un anziano di ottantadue anni originario di Ferentino, che è deceduto dopo il ricovero.
Il paziente deceduto per complicazioni dovute all'operazione
La Procura ha chiesto la modifica del capo d'imputazione nei confronti dei tre medici, un cardiologio, un anestesista e un ortopedico, arrivati i risultati dell'autopsia svolta sulla salma. Le indagini sono partite dalla denuncia dei famigliari che, dopo la morte del proprio caro, assistiti dall'avvocata Vanessa D'Arpino, hanno sospettato che si potesse trattare di una caso di malasanità. I fatti risalgono al 2019, l'anziano si era rivolto alla clinica perché aveva dei problemi all'anca a causa dei quali aveva difficoltà a camminare.
Doveva infatti sostituire una protesi, che gli era stata impiantata alcuni anni prima. Ma in quel frangente dopo l'operazione ha avuto complicazioni. Ha manifestato un malessere generale, con febbre e disturbi all'intestino. Le sue condizioni di salute sono ulteriormente peggiorate e dato lo stato grave in cui trovava è stato trasferito all'ospedale San Camillo. Ma purtroppo nel giro di poche ore è morto.