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Covid 19

Muore di Covid a 68 anni al San Camillo, la denuncia: “Rubati gli effetti personali, anche la fede”

La denuncia dei familiari di un uomo di 68 anni deceduto all’ospedale San Camillo di Roma, dove era stato ricoverato per coronavirus. Il direttore generale che ha annunciato l’apertura di un’inchiesta interna: “Un triste e inaccettabile corollario della morte di un paziente, ma prima di di individuare l’ospedale come unico e certo responsabile è necessario ricostruire cosa è accaduto”.
A cura di Redazione Roma
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La denuncia è stata riportata oggi dall'edizione romana del quotidiano la Repubblica, che ha raccolta la voce dei familiari di un uomo di sessantotto anni morti di coronavirus e ricoverato all'Ospedale San Camillo di Roma. La figlia della vittima del Covid-19, ha raccontato come, al momenti in cui è andata a chiedere presso la struttura dove era ricoverato il genitore di poter aver indietro i pochi effetti personali con i quali aveva fatto ingresso in ospedale, ha scoperto con dolore e sorpresa che di questi non c'era più traccia. Spariti i vestiti, spariti gli occhiali, sparita la fede nuziale.

Sciacalli o una grave disattenzione da parte dell'ospedale? Poco fa una nota firmata dal Direttore Generale Fabrizio D'Alba ha annunciato l'apertura di un'inchiesta interna da parte dell'azienda ospedaliera San Camillo – Forlanini per verificare se sia avvenuto un furto, e per ricostruire tutti i passaggi "dal ricovero, alla degenza, fino al decesso".

"La procedura di presa in carico dei beni e degli oggetti personali dei nostri ricoverati è ben definita e standardizzata. – spiega D'Alba – Per questo l'inchiesta interna dovrà chiarire se e quali passaggi sono eventualmente saltati. Va sottolineato che in molti casi prima dell'arrivo presso la struttura Ospedaliera il paziente viene preso in carico dal 118 e sono molteplici le persone che intervengono in quella fase. Dai vigili urbani, alle forze di polizia, ai semplici cittadini che assistono e chiedono aiuto. E stessa cosa accade nella fase di trasporto della salma dopo il decesso. Un momento in cui intervengono altre realtà non ospedaliere" Una vicenda che il direttore sottolinea essere un "triste e inaccettabile corollario della morte di un paziente", ma di cui potrebbe non essere l'ospedale l'unico responsabile.

Aggiornamento: "Nessun furto, ma errore imperdonabile"

Il direttore del San Camillo: "Non c'è stato nessun furto, nessun appropriazione di beni personali appartenuti ad un paziente deceduto, nessun "sciacallo" che si aggira per i nostri reparti. In relazione a quanto denunciato dalla figlia di un nostro paziente deceduto in terapia intensiva al quale sarebbero stati rubati gli oggetti personali, posso affermare che si è trattato di un grave ed imperdonabile problema di comunicazione tra i coordinatori infermieristici dei due reparti dove l'uomo è stato ricoverato".

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