Muore a 50 anni dopo l’operazione per un’ernia: a processo due medici

Si è sottoposto ad un'operazione per rimuovere una grossa ernia iatale: da tempo gli aveva provocato problemi di salute e finalmente si era deciso ad intervenire per trovare una soluzione, su consiglio anche di diversi medici con i quali si era consultato in precedenza. Ma quello che sembrava essere un'operazione semplice, gli è stata fatale: a distanza di venti giorni dall'operazione, ha perso la vita.
Secondo quanto ricostruito dai magistrati, a causare la morte del paziente, possibili negligenze da parte di due medici. Su richiesta della Procura, al termine dell'udienza preliminare, il gup ha deciso di rinviarli a giudizio, come riporta il Messaggero. L'accusa per entrambi è quella di omicidio colposo.
Cosa è successo durante l'operazione
Secondo le indagini della Procura, durante l'operazione sarebbe stata danneggiata un'arteria epatica e il paziente non sarebbe stato trasferito in terapia intensiva. L'intervento si è svolto nell'agosto del 2020, in una clinica privata della capitale. Il cinquantenne si è rivolto alla struttura dopo mesi di visite, accertamenti ed esami che gli hanno permesso di diagnosticargli un'ernia iatale, invasiva a livello di respirazione, digestione e battito cardiaco.
L'operazione non è andata come si aspettavano e durante l'intervento è stata danneggiata un'arteria del fegato. A questo punto i medici non avrebbero disposto gli esami necessari per controllare le reali condizioni di salute del paziente. Quando si è risvegliato dall'anestesia, il cinquantenne ha subito riscontrato importanti problemi respiratori, ma, nonostante questo, non sarebbe stato trasferito nel reparto di Terapia intensiva. Prima è stato trasferito al Sant'Eugenio, poi al San Camillo, quando già si trovava in condizioni critiche: dopo venti giorni è morto. Ad essere fatale potrebbe essere stato il mancato trasferimento in Terapia intensiva: per questo i due medici siederanno sul banco degli imputati, con l'accusa di omicidio colposo.