Multata dal controllore, ma il biglietto è valido. La denuncia di Domenico Iannaccone: “Un’ingiustizia”
Multata da un controllore sul treno, nonostante l'abbonamento fosse in regola. È quanto accaduto ad una ragazza di origine peruviane nella giornata di ieri, a bordo del treno che da Orte era diretto a Roma. Una storia a lieto fine, iniziata con la sanzione che la obbligava al pagamento di più di 100 euro per un titolo di viaggio che, in realtà, era in regola e conclusa con una di 5 e la possibilità di presentare reclamo. Un'ingiustizia, forse dettata da un comportamento velatamente razzista o soltanto dalla sensazione di essere forti grazie alla posizione di potere, quella del controllore, denunciata oggi sui social network dal giornalista Domenico Iannaccone.
"Spesso chi ha il potere non sa o non vuole usarlo con discernimento. Raramente chi non ha potere è forte, ancora più raro trovare chi disinteressatamente si offra di aiutare di fronte ad un’ingiustizia", è soltanto uno dei tanti commenti di uno degli utenti sotto al post condiviso sui social dal giornalista.
L'incontro in treno con il controllore
I fatti raccontati dal giornalista sul suo profilo personale, risalgono alla giornata di ieri, martedì 17 dicembre 2024 e sono avvenuti a bordo di un treno in arrivo a Roma. Iannaccone si trovava già a bordo quando è arrivata la ragazza. "È salita a Orte (in provincia di Viterbo, ndr), era giovane, con i capelli neri e luminosi – spiega – Si è seduta sul posto di fronte a me, dall’altra parte del corridoio. Poco dopo è arrivato il controllore". Ha chiesto i biglietti a tutti, fino a quando non è arrivato dalla ragazza che le ha mostrato la tessera e lo scontrino dell'abbonamento annuale.
"La tessera non risulta valida – le avrebbe detto il controllore con tono freddo e meccanico – Neanche lo scontrino va bene: è una fotocopia e non l'originale". Così è toccato alla ragazza controbattere: "Ha spiegato con grazia che porta la fotocopia solo perché la carta dell'abbonamento scolorisce col tempo, e che da dieci anni viaggia ogni giorno per venire a Roma a studiare, senza che nessuno le abbia mai detto nulla".
La multa del controllore
"C'è un'agitazione nelle sue parole, la stessa agitazione di chi sa di non aver fatto nulla di male eppure deve difendersi, suo malgrado, da qualcosa. Cerca di incrociare il suo sguardo, ma l’uomo non la fissa mai. Continua a ripetere, senza mai voltare la testa, che l’abbonamento non è valido e che dovrà farle la multa. Mentre gli porge il documento, vorrebbe piangere, ma resiste e non si lascia andare".
Nonostante le speranze del giornalista, che assiste all'intera scena, scatta la multa: "Il controllore non cambia atteggiamento, continua il suo rituale con una freddezza che toglie ogni speranza. La ragazza riceve la multa: 105 euro da pagare, con una sensazione di vuoto che non riesce a nascondere. Non piange, ma è come se l’avesse fatto".
L'incontro con il giornalista
La corsa è finita, il treno è arrivato. Stanno per scendere, ma Iannaccone non riesce a trattenersi e si avvicina alla ragazza mostrandole solidarietà: "Mi dice con fermezza che l'abbonamento è regolare e che non merita quella multa. Mi offro di accompagnarla e aiutarla a far valere le sue ragioni". E si presenta. Ha origine peruviane, frequenta il primo anno dell'Accademia di Moda e ogni giorno prende quello stesso treno per andare in stazione.
"Ho fretta, mi aspetta una riunione, ma non posso andare via senza fare qualcosa", prosegue ancora il giornalista. Così accompagna la ragazza a risolvere il problema. Prima si mettono in fila per la biglietteria, dove scoprono che prima devono comunque pagare la multa e soltanto dopo avviare il reclamo, poi si mettono in cassa nella metropolitana. "Raccontiamo la storia. La verifica è positiva: l’abbonamento è valido, leggibile. Chiediamo un duplicato del pagamento e ce lo danno.Torniamo allo sportello di Trenitalia".
La soluzione: "Una piccola grande ingiustizia"
Una volta tornati in biglietteria riescono a parlare con il responsabile: per lui è una storia assurda. In alternativa, avrebbe potuto farle una multa ridotta, ma forse c'è speranza nell'annullamento.
"Intanto sono già passate due ore e io non posso restare ancora. Chiedo al responsabile di assisterla, di non lasciarla sola e vado via arrabbiato e deluso – racconta ancora – Soltanto la sera ricevo un messaggio. È quella ragazza. Mi ringrazia, mi dice che pagherà la multa e presenterà il reclamo. Quelle parole mi hanno rincuorato, ma un velo di amarezza mi è rimasto addosso. Quella ragazza poteva essere mia figlia, e forse proprio per questo mi ha colpito tanto. Ho pensato alle piccole e grandi ingiustizie, che non vediamo e che ogni giorno si consumano nel grande mare della vita".