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Movida e assembramenti, la strategia del Prefetto: “Chiusure e transenne anche con fine emergenza”

Inaugurata la nuova strategia anti assembramenti a Roma, con più controlli anche se “soft” e chiusure e transennamenti di piazze e luoghi di ritrovo. Una strategia quella messa in atto che potrebbe sopravvivere all’emergenza sanitaria secondo il prefetto Matteo Piantedosi per prevenire i fenomeni di “malamovida”.
A cura di Redazione Roma
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Aumenta l'afflusso nei quartieri della movida a Roma con il bel tempo e l'allentamento delle misure sanitarie nella capitale. Per questo la questura di Roma ha previsto la chiusura preventiva di alcune piazze della capitale, aumentando le zone interdette al fine di evitare assembramenti, ma anche di prevenire episodi di violenza e problemi di ordine pubblica.

Una strategia che ha previsto addirittura la necessità di rifornirsi di più transenne a disposizione delle forze dell'ordine per chiudere ad esempio la scalinata di piazza Trilussa, l'area attorno alla statua di Giordano Bruno a Campo de Fiori e piazza Madonna dei Monti. Controlli rafforzati già da ieri al Pigneto e San Giovanni, San Lorenzo e Piazza Bologna, ma anche nell'area del Tridente tra piazza del Popolo e via del Corso in particolare. controlli rafforzati e transennamenti anche sul litorale a Ostia, Fiumicino e Civitavecchia con la stagione balneare già iniziata.

Per il prefetto Matteo Piantedosi ha funzionato finora comunque l'approccio "soft" per vigilare sul rispetto delle regole: "Fino ad oggi abbiamo sempre raccomandato che da parte degli operatori ci fosse un approccio volto a sollecitare la collaborazione prima ancora che le sanzioni e credo che abbia funzionato molto. Anche gli operatori commerciali ce ne hanno dato atto". "Da tempo stiamo monitorando e sicuramente c'è stato un aumento delle persone in strada – ha aggiunto- Adesso dobbiamo stare attenti a intemperanze magari dettate dall'entusiasmo di un ritorno alla normalità: c'è ancora la necessità di non abbassare la guardia e di adottare comportamenti cauti e attenti a non vanificare in alcun modo gli sforzi fatti".

Un approccio quello delle chiusure, che potrebbe sopravvivere all'emergenza Covid per disciplinare i fenomeni della cosiddetta ‘malamovida': "Le zone coincidono, perché le aree a rischio assembramento per la movida sono le stesse che erano a rischio già prima della pandemia . La filosofia che ci siamo dati, che abbiamo inaugurato la settimana scorsa e che vorremmo continuare a mettere in pratica, è vedere quanto di quel modulo possa essere applicato e possa essere utile per poter controllare gli assembramenti anche quando il problema covid non ci sarà più del tutto anche per favorire un accesso e un utilizzo degli spazi pubblici meno problematico, meno caotico e meno foriero di degrado".

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