Morto un altro senza tetto a Roma. Dieci vittime in tre mesi, perché Raggi non apre le stazioni?
Un altro senza tetto è morto a Roma. Il decimo dall'inizio dell'inverno, la decima vita che forse poteva essere salvata. A dare la notizia è stata la Comunità di Sant'Egidio. La vittima è un cittadino straniero di 46 anni, secondo quanto reso noto dai volontari sarebbe morto di ipotermia o per un malore legato alle condizioni di vita in strada.
Sant'Egidio: "Freddo e Covid miscela letale"
"Si chiamava Edwin, era molto riservato. Siamo molto addolorati per l'accaduto. E' la decima persona che da novembre muore a Roma in queste circostanze", ha raccontato Carlo Santoro, volontario della Comunità di Sant'Egidio all'agenzia Ansa. "Siamo preoccupati e facciamo appello non solo alle istituzioni ma anche alle persone per aiutarci. Il freddo e il Covid sono una miscela letale per questa povera gente che vive in strada".
25.000 firme per aprire le stazioni ai senzatetto
Intanto la petizione lanciata dall'associazione Nonna Roma e rivolta alla sindaca Virginia Raggi per aprire le stazioni come ricovero notturno dei senzatetto ha raggiunto le 25.000 firme. Un appello diventato anche una mozione urgente in consiglio comunale approvata anche con i voti di molti consiglieri del Movimento 5 Stelle (gli altri si sono astenuti) che impegna la giunta Raggi ad aprire le metropolitane come misura di emergenza. La mozione però è rimasto finora lettera morta.
"Nonostante la pandemia abbia reso più difficile la tutela e l’accoglienza di chi non ha una casa nella nostra città, nonostante gli appelli delle associazioni e dei volontari tutti i giorni in prima fila, constatiamo che l’amministrazione comunale non è stata in grado di mettere in campo misure straordinarie, a cominciare dal ricovero notturno nelle stazioni nei giorni dove le temperature sono più rigide. – si legge nell'appello dei volontari – Azioni di natura umanitaria che non risolvono il problema del diritto all’abitare, della presa in carico dei più fragili e l’accoglienza delle e dei migranti in transito o delle e dei richiedenti asilo, ma che almeno possono salvare delle vite umane".