Morto l’infermiere di Tor Vergata Luca Di Santo: “Professionista appassionato e amorevole con i pazienti”
Luca Di Santo, infermiere nella divisione di Psichiatria del Policlinico di Tor Vergata, è morto a trentasei anni per un male incurabile la settimana scorsa. Luca faceva parte di quei professionisti che fanno con passione il proprio lavoro, con il suo sorriso e la sua simpatia illuminava le giornate di lavoro di pazienti e colleghi. Era diventato papà da poche settimane.
Luca Di Santo morto per un male incurabile
Laureato in Scienze infermieristiche e in Psicologia neurocognitiva, suonava la chitarra, amava la musica e la utilizzava come strumento per alleviare le sofferenze e divertire con il suo progetto di musicoterapia, nel quale aveva coinvolto i colleghi. Era un'anima buona, solare, altruista, gentile. Sul suo profilo Facebook, con sapevole che stava per andarsene lasciando i suoi cari e i suoi pazienti, ha scritto una potente ed evocativa frase di Khalil Gibran: "Il fiume non può tornare indietro, nessuno può tornare indietro. Tornare indietro è impossibile nell’esistenza. Il fiume deve accettare la sua natura ed entrare nell’oceano".
"Un pensiero che descrive molto bene il tuo stato d'animo e la tua condizione di assoluta consapevolezza della propria vita e del proprio futuro – commenta domenica scorsa 15 settembre il direttore UOC direzione infermieristica del Policlinico di Tor Vergata Alessandro Sili – A testa alta e con tenace dignità, hai affrontato quello che la vita ti ha riservato, proprio come il destino del fiume: entrare nell'oceano e diventare tale! Ancora una volta la comunità infermieristica del Ptv è provata, ma con grande stima e affetto ti portiamo e ti porteremo nei nostri ricordi, perché sei per tutti noi un esempio di vita!".
I ricordi di pazienti e colleghi
Appresa la notizia della prematura scomparsa dell'infermiere Luca Di Santo sono tantissimi i messaggi da parte di colleghi e parzenti, che lo ricordano con affetto e stima. "Abbiamo frequentato lo stesso corso di infermieristica, lo ricordo come un ragazzo di infinita bontà. Eravamo a lezione e improvvisamente iniziai a stare male, lui si era reso conto che stavo avendo un attacco di panico, mi prese e mi disse di respirare profondamente e lentamente. Grazie a lui mi calmai e l'attacco di panico passò" scrive Valerio. "Eri ricoverato da noi quando parlavi con noi infermieri e oss eravamo tutti incantati per le bellessime parole che ci dicevi – commenta Maria Cristina – avevi una forza indescrivibile. Grazie Luca, gli angeli ti hanno accolto in paradiso".