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Morti di Covid nella casa di riposo a Roma, 4 a processo: “Quei contagi si potevano evitare”

I responsabili della casa di riposo Giovanni XXIII di Roma hanno posto in essere “condotte omissive per negligenza, imprudenza e imperizia”. Sono accusati di omicidio colposo.
A cura di Enrico Tata
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Cinquantuno ospiti contagiati dal Covid su 53 totali, 16 morti collegati e 15 casi tra i 38 operatori sanitari. Quattro persone andranno a processo con l'accusa di omicidio colposo in merito alla vicenda dei decessi tra i pazienti della casa di riposo Giovanni XXIII di Roma. Secondo gli inquirenti, i presunti responsabili non hanno fatto nulla per impedire la diffusione del virus all'interno della struttura sociosanitaria durante la prima ondata della pandemia a marzo 2020. Hanno messo in essere, si legge nel capo di imputazione, "condotte omissive per negligenza, imprudenza e imperizia". Hanno violato sia le norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro che le leggi per contrastare la diffusione del coronavirus.

La donna che gestiva la casa di riposo non ha sollecitato, secondo la ricostruzione dei pm, il responsabile del servizio di prevenzione in merito all'adeguamento del documento di valutazione dei rischi, "quando già i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenziavano la necessità". La signora, inoltre, non ha fornito ai dipendenti mascherine e camici e non ha impedito l'accesso a zone ad alto rischio a dipendenti che non erano "specificamente addestrati e adeguatamente istruiti". Non sono stati isolati in modo efficace i contagiati e le misure di prevenzione sono state adottate soltanto in parte. Agli ospiti, spesso, neanche veniva misurata la febbre.

La Regione Lazio, ha fatto sapere in una nota l'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato, "si costituirà parte civile nel processo che si aprirà per i contagi e i decessi avvenuti nella casa di riposo Giovanni XXIII di Roma. All'epoca dei fatti la asl roma 2 dovette sopperire alle evidenti carenze da parte della struttura e la stessa asl segnalò alla procura notizie di reato. Se ci sono state responsabilità dovranno essere accertate e chi non ha rispettato le indicazioni di sicurezza dovrà essere sanzionato". Il processo inizierà nell'aprile del 2024 (l'inchiesta riguarda cinque decessi).

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