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Satnam Singh, bracciante indiano morto a Latina

Morte Satnam Singh, a Latina manifestazione della Cgil contro il caporalato: “Abolire la Bossi-Fini”

Tantissime persone hanno partecipato alla manifestazione organizzata dalla Cgil contro il caporalato. “Di fronte alla disumanità della morte di Satnam Singh è il momento della mobilitazione permanente per la libertà nel lavoro e la giustizia sociale”.
A cura di Natascia Grbic
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Foto Cgil
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Sono migliaia le persone che questa mattina hanno partecipato alla manifestazione a Latina contro il caporalato organizzata dalla Cgil. La morte di Satnam Singh, il bracciante abbandonato in strada dal datore di lavoro con il braccio mozzato, è ancora viva nella cittadina, dove i lavoratori – spesso stranieri – sono sfruttati da aziende senza scrupoli. Il corteo è partito alle 9.30 da via Vittorio Cervone ed è proseguito fino a piazza della Libertà. Oltre ai sindacati, tanti gli esponenti politici e i lavoratori che hanno partecipato alla manifestazione.

"Di fronte alla disumanità della morte di Satnam Singh, alla strage continua di morti sul lavoro, alla precarietà e all'impoverimento di chi per vivere ha bisogno di lavorare, è il momento della mobilitazione permanente per la libertà nel lavoro e la giustizia sociale, con l'utilizzo di ogni strumento democratico: la piazza, lo sciopero, la solidarietà, la contrattazione collettiva, il contenzioso giuridico e il ricorso ai referendum per abrogare leggi balorde e sbagliate", ha dichiarato il segretario della Cgil, Maurizio Landini.

"Sono 3 milioni le persone costrette a lavorare in nero in tutti i settori del nostro Paese – prosegue Landini – È ora di dire basta ed è ora che anche i governi, le istituzioni a ogni livello smettano di fare gli struzzi e si agisca per applicare le leggi che ci sono e per cancellare quelle leggi balorde che in questi anni hanno favorito questo sistema. Noi vogliamo aprire una vera e propria vertenza permanente e continuativa in tutto il Paese e in tutti il luogo di lavoro che rimetta al centro i diritti e la dignità delle persone".

Landini, che ha annunciato un esposto in procura contro il caporalato, si è espresso contro la legge Bossi – Fini. "Ciò che oggi favorisce il lavoro nero e la clandestinità ha un nome e un cognome: si chiama legge Bossi-Fini. Solo al 20 per cento di quelli che sono stati chiamati qui a lavorare perché le imprese avevano bisogno viene dato il permesso di soggiorno. Il restante 80% diventano clandestini, persone senza diritti e senza tutele. Ma oltre a cancellare la Bossi-Fini, oltre all'esposto, c'è una cosa che si può fare domattina, una cosa molto semplice: riconoscere il permesso di soggiorno a chi è in cerca di occupazione perché questo gli darebbe il permesso di esistere. E poi far applicare la legge contro il caporalato".

Alla manifestazione ha partecipato anche il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. "Dobbiamo estirpare la piaga del caporalato – ha dichiarato – Abbiamo bisogno di tanti nuovi ispettori per rafforzare i controlli. Poi mi chiedo: sono stati stanziati 200 milioni del Pnrr per rimuovere tutti gli insediamenti abusivi nei campi, ma non è stato fatto ancora nulla, anche se è passato del tempo".

"Come Movimento Cinque Stelle siamo a favore dell'istituzione del reato di omicidio sul lavoro – ha proseguito Conte . Il caso Satnam Singh emblematico delle responsabilità di un datore di lavoro che ha lasciato morire un lavoratore".

Alla manifestazione era presente anche una delegazione del partito democratico. Annalisa Corrado, responsabile Conversione ecologica e green economy nella segreteria nazionale Pd, si è espressa a favore dell'abrogazione della legge "Bossi-Fini, che non risolve nessun problema e crea, anzi, un contesto perfetto per gli imprenditori spregiudicati che cercano invisibili senza diritti da sfruttare, riducendoli indisturbati allo stato di schiavitù".

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