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Morte Paolo Calissano, il fratello sull’arresto dell’avvocato: “Duplice dolore, ci fidavamo di lui”

Il fratello di Paolo Calissano ha commentato l’arresto dell’avvocato e amministratore di sostegno Matteo Minna definendolo “un duplice dolore, ci fidavamo di lui”.
A cura di Alessia Rabbai
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“Mio fratello era depresso e aveva dei debiti. Per me è stato un duplice dolore non solo apprendere che era morto per circostanze che mi è facile ritenere fossero relative anche al suo stato patrimoniale ma anche il dispiacere nello scoprire che chi lo aveva in gestione anziché un amico era tutt'altro". A parlare è Roberto Calissano, il fratello di Paolo, l'attore genovese morto a Roma il 29 dicembre 2021 in un'intervista a La Repubblica in cui ha commentato anche l'arresto del suo avvocato e amministratore di sostegno.

Calissano è scomparso a causa di un'intossicazione di farmaci antidepressivi ed è stato trovato senza vita nella sua abitazione dopo alcuni giorni. Sarebbe stato proprio il fratello di Calissano ad accorgersi che qualcosa nei conti di Paolo non tornava dopo la sua morte. Sarebbero infatti circa 143 le operazioni irregolari fatte nel corso di tredici anni.

Matteo Minna gli arresti domiciliari

Il legale di Calissano Matteo Minna è stato nominato dal Tribunale di Genova suo amministratore di sostegno nel 2006. Minna arrestato è finito ai domiciliari con l'accusa di peculato aggravato, falsità ideologica e falsa perizia e risulta indagato anche per circonvenzione d'incapace. Secondo quanto ricostruito in sede d'indagine dai militari della Guardia di Finanza per tredici anni Minna avrebbe gestito i conti dell'attore, l'accusa è che mentre lo faceva gli avrebbe sottratto denaro.

L'avvocato di Calissano avrebbe agito in modo "spregiudicato"

Un'accusa che vede tra le vittime del legale non solo Calissano ma lo stesso sarebbe accaduto anche nei confronti di altre tre persone, agendo come scrive il giudice per le indagini preliminari nell'ordinanza in modo "spregiudicato". Nei suoi confronti il Tribunale ha infatti disposto un sequestro 800mila euro.

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