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Morte Maddalena Urbani, condanna definitiva per il pusher: dovrà scontare quattro anni per omicidio

Maddalena Urbani si era sentita male nell’appartamento dell’uomo sulla Cassia a Roma dopo aver assunto metadone. Se lui e l’amica avessero chiamato i soccorsi si sarebbe potuta salvare.
A cura di Natascia Grbic
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È diventata definitiva la condanna a quattro anni e sei mesi di carcere per Abdulaziz Rajab, lo spacciatore accusato dell'omicidio colposo di Maddalena Urbani, la figlia del medico che Carlo Urbani che per primo isolò il virus della Sars. I giudici della Corte di Cassazione hanno respinto il ricorso dei legali dell'uomo, condannato in primo grado a quattordici anni di carcere per omicidio volontario con dolo eventuale. L'accusa è stata poi riformulata in appello. Per la morte di Maddalena Urbani è stata condannata anche l'amica della ragazza, Kaoula El Haouzi, che ha ricevuto una pena a tre anni di carcere per omicidio colposo.

"La Cassazione ha confermato che gli imputati non chiamarono i soccorsi prevedendo ed accettando il rischio che Maddalena Urbani potesse morire", ha dichiarato il legale di parte civile, Giorgio Beni.

Maddalena Urbani è morta a causa di un'overdose il 27 marzo 2021. La ragazza era andata insieme all'amica a casa di Rajab, in un'appartamento sulla Cassia. Qui avevano cominciato a consumare droga, fino a che Maddalena non si è sentita male. Rajab ha chiamato allora un suo amico, che ha rianimato la ragazza. "Sono andato a casa loro, le ho fatto la respirazione bocca a bocca e un massaggio cardiaco. L'ho rianimata e lei ha ripreso a respirare, si è alzata e ha bevuto un bicchiere d'acqua e limone. Gli ho detto che se fosse successo di nuovo avrebbe dovuto chiamare l'ambulanza". Poco dopo, Maddalena è stata male di nuovo. Ma né Rajab né Kaoula El Haouzi hanno chiamato l'ambulanza: la telefonata al 118 è arrivata solo molte ore dopo che la giovane aveva perso conoscenza. Se l'ambulanza fosse stata chiamata, si sarebbe potuta salvare.

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