Morte Leo Lamma, pm verso l’archiviazione: “Aspettiamo certezze, noi non ci arrenderemo”
"Abbiamo paura che il pm possa richiedere l'archiviazione del caso", aveva rivelato a Fanpage.it la mamma di Leonardo Lamma, il ragazzo di 19 anni morto mentre stava attraversando corso Francia in sella alla sua moto il 7 aprile.
I suoi timori potrebbero presto diventare realtà: "L'archiviazione non è stata ancora notificata: finché non avremo le carte ufficiali, noi siamo fiduciosi – ha aggiunto oggi a Fanpage.it – Sappiamo, però, che il pm è propenso a chiedere l'archiviazione, secondo voci di corridoio avrebbe già firmato la sua richiesta. Ma noi dobbiamo basarci su una documentazione certa: fino a quando non sarà arrivata, io ho fiducia nella magistratura così come nel lavoro dei vigili urbani. Tutti possiamo sbagliare, io attendo ancora certezze su questa vicenda".
Nel caso in cui dovesse essere confermata ufficialmente l'archiviazione, non ci sono dubbi: "In caso continueremo la nostra battaglia. E saremo ancora più agguerriti di adesso".
La richiesta di archiviazione
Secondo il Corriere della Sera, il pm avrebbe già firmato la sua richiesta di archiviazione, ma mancherebbe ancora la firma del procuratore aggiunto Giovanni Conzo. La decisione di archiviare sarebbe stata presa dopo aver analizzato la relazione sulla consulenza Antonio Moroni secondo cui Leonardo avrebbe perso l'equilibrio e sarebbe caduto da solo dalla moto. Secondo le testimonianze, le foto e i video acquisiti in questi 7 mesi, invece, determinante per la caduta sarebbe stata la presenza di un dosso sul manto stradale, eliminato con un intervento di Acea appena poche ore dopo l'incidente.
"La toppa non è neanche segnalata fra i rilievi dei vigili urbani – ha ricordato la mamma di Leonardo a Fanpage.it – In caso contrario, forse, il tratto di strada in cui è morto mio figlio sarebbe stato messo sotto sequestro e chi di dovere avrebbe potuto analizzare meglio il punto in cui Leonardo ha perso la vita". Invece la sera stessa dell'incidente, neanche tre ore dopo la morte di Leonardo, l‘intero manto stradale è stato livellato.
Il conflitto di interesse del consulente
Il consulente scelto dalla Procura per analizzare quanto accaduto, inoltre, sarebbe in conflitto di interesse, avendo prestato servizio per anni nella polizia municipale. "La polizia locale non è stata in grado di verificare direttamente le condizioni della buca", avrebbe scritto il consulente, spiegando la ragione per cui non è possibile, a suo avviso, confermare la presenza del dosso e il manto stradale sconnesso.
"Mi sembra inverosimile che sia stata affidata la consulenza ad un vigile proprio quando in causa si trovano sia il Comune che i vigili – ha continuato la mamma di Leonardo – Ci sono tante cose che stonano: questo lo abbiamo detto fin dall'inizio, ma continuiamo a ribadirlo".
La relazione del consulente sull'incidente
Come raccontato dalla mamma di Leonardo, nella relazione presentata dalla consulenza sarebbero presenti molte contraddizioni. "Nella relazione c'è scritto che mio figlio ha perso l'equilibrio ed è caduto, probabilmente a causa della velocità sostenuta con cui stava procedendo: ma poi viene specificato che si trovava a viaggiare a 27 chilometri orari – ha raccontato la mamma di Leonardo – Andando a questa velocità, che non mi sembra così eccessiva, avrebbe frenato improvvisamente dopo aver trovato davanti a sé un muro di automobili. Dalle testimonianze e dal video che riprende la strada proprio nel momento dell'incidente, però, il traffico appare scorrevole: la frenata non era mai stata nominata, non compare neanche nei rilievi dei vigili".