Morte Gianmarco Pozzi, procura chiede l’archiviazione. Il legale: “Sconcertati, faremo opposizione”
La Procura di Cassino ha chiesto l'archiviazione delle indagini sulla morte di Gianmarco Pozzi, il ragazzo trovato senza vita a Ponza il 9 agosto 2020. L'ultima parola spetta adesso al giudice per le indagini preliminari, che dovrà decidere se accogliere la richiesta del pubblico ministero oppure respingerla, disponendo il proseguimento delle indagini. Sono invece sette le persone indagate per traffico di droga: si tratta di soggetti che gestirebbero lo spaccio nei locali di Ponza, in alcuni dei quali Pozzi lavorava come addetto alla sicurezza.
Le indagini per droga nate dalla morte di Gianmarco Pozzi
Questo filone parallelo è nato proprio dalle indagini sulla morte del 27enne, campione italiano di kick boxing, trasferitosi sull'isola per il periodo estivo come lavoratore stagionale. Uno degli indagati, in particolare, è un uomo di 47 anni che aveva falsamente accusato due carabinieri dell'omicidio del ragazzo. Le accuse vanno a vario titolo dal traffico di sostanze stupefacenti in concorso, calunnia, rifiuto di sottoporsi ad accertamenti psicofisici connessi all'uso di sostanze stupefacenti durante la guida, violenza e minaccia a pubblico ufficiale.
Il legale della famiglia Pozzi: "Siamo sorpresi, faremo opposizione"
"La decisione della procura ci lascia sorpresi: è chiaro che se non si trova l'omicida si è costretti a chiudere, ma ci sono sei faldoni di documenti relativi all'indagine e crediamo bisogna fare di tutto per trovare chi ha compiuto questo reato. Anche per la famiglia, alla quale è piombata di nuovo una pietra addosso". Così il legame della famiglia Pozzi, Fabrizio Gallo, a Fanpage.it. "Faremo una rigida opposizione, andremo davanti al gip e chiederemo la prosecuzione delle indagini. Qualcuno Gianmarco lo ha ammazzato: la decisione di chiedere l'archiviazione non è gratificante, non si può dire che giustizia è stata fatta se si lascia l'omicida in giro. Per noi il capitolo non è chiuso, anzi: è più aperto di prima".
L'ipotesi della criminalità organizzata
Secondo la famiglia Pozzi, Gianmarco sarebbe stato ucciso da appartenenti alla criminalità organizzata che operavano a Ponza, e che avrebbero inscenato un incidente. Per loro è impensabile che un ragazzo con il fisico atletico di Gianmarco possa essere morto dopo essere caduto da tre metri di altezza. A farli propendere per la tesi dell'omicidio, sono inoltre i segni trovati sul corpo del 27enne, compatibili secondo loro e i periti della famiglia, con delle percosse. Secondo il legale, qualcuno potrebbe aver spinto Gianmarco dopo averlo aggredito e picchiato. Non si tratterebbe quindi per loro di una caduta accidentale, come ipotizzato in un primo momento.